Centinaia di telefonate nell’arco di pochi mesi. Sono quelle avvenute tra A. N., volto noto del volontariato salernitano ora in manette con l’accusa di violenza sessuale su una minorenne, e due collaboratori sospesi e indagati per falsa testimonianza. Elementi finiti al vaglio delle forze dell’ordine nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura presso il Tribunale di Salerno (pubblico ministero Gianpaolo Nuzzo), partita dopo la denuncia presentata dalla giovane presunta vittima nei confronti del 47enne di Pellezzano (assistito dall’avvocato Francesco Esposito).
I contatti sarebbero risultati particolarmente intensi tra l’estate e l’autunno dello scorso anno, portando a una svolta nell’attività investigativa condotta dai carabinieri di Salerno, durata circa due anni. Da accertare, ovviamente, la motivazione: ovvero se ci fosse (ma al momento è una semplice ipotesi) l’intento di concordare una linea comune sui fatti divenuti oggetto delle indagini, o se si trattasse di semplici “scambi” nell’ambito dell’associazionismo, che del resto vedeva i tre lavorare spesso fianco a fianco. Sta di fatto che il giudice per le indagini preliminari Pietro Indinnimeo, concordando con la richiesta della Procura, ha valutato che ci fosse un rischio di reiterazione di reato in virtù della posizione ricoperta dal 47enne pellezzanese.