Il lembo di garza incriminato perso durante l’intervento cardiochirurgico fu cercato e poi segnalato in cartella clinica; e dopo quell’episodio furono eseguite altre 800 operazioni senza alcun problema per i pazienti. Il cardiochirurgo Enrico Coscioni si è difeso su tutta la linea contestando punto per punto le accuse mossegli dalla procura sia per i gravi indizi e sia per le esigenze cautelari che lo hanno portato alla sospensione per 12 mesi dall’attività professionale. Una difesa lunga e articolata, quindi, che Coscioni ha fornito al gip durante l’interrogatorio di garanzia, alla presenza dei suoi legali, gli avvocati Agostino De Caro e Gaetano Pastore.
Il cardiochirurgo ha risposto punto per punto difendendosi anche sulla scelta dell’intervento da eseguire e tutte le procedure adottate nel pre e post operatorio. I suoi legali hanno anche depositato una consulenza di parte con riferimento alle linee guida con le best practice internazionali redatta dal professor Ruggero De Paolis . Al termine dell’interrogatorio gli avvocati di Coscioni hanno chiesto la revoca della misura interdittiva per Coscioni: il giudice attende il parere del pm e, con molte probabilità, già a inizio della prossima settimana deciderà sull’istanza presentata anche dagli altri medici colpiti dalla misura cautelare.
L’inchiesta
La procura sta indagando assieme ai Nas per omicidio colposo a seguito della morte del 62enne Umberto Maddalo, di Capaccio, sottoposto alla “sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica”, il 20 dicembre 2021, nel reparto di cardiochirurgia del Ruggi. Quattro i profili di colpa rilevati dal Gip Pietro Indinnimeo a carico dell’equipe chirurgica: il primo riferibile alle modalità di preparazione dell’intervento chirurgico al quale venne sottoposto Maddolo; il secondo alle scelte operate in ordine all’esecuzione dell’intervento; il terzo alle modalità di esecuzione dell’intervento prescelto, in particolare per la garza lasciata nel corpo della vittima e, da ultimo, come fu gestita questa errore.