Nel tritacarne dell’inchiesta “dossieraggi” della Procura di Perugia e nella guerra – neanche troppo nascosta – per la gestione del calcio italiano ci finisce la Salernitana. Ancora una volta, dunque, s’accendono i riflettori sul club granata, vittima (al momento inconsapevole) di una situazione che presenta ancora tanti punti oscuri e da chiarire. Cose probabilmente più grandi di una “semplice” società calcistica.
L’ex patron granata
A qualche ora dalla scoperta dell’esistenza di accertamenti sul numero uno della Figc, Gabriele Gravina, e su persone che ruotano (o hanno ruotato) attorno al mondo granata – effettuati dall’ex pm Antimafia, Antonio Laudati, e del finanziere Pasquale Striano, le due figure chiave dell’inchiesta sugli accessi illeciti alle banche dati segrete coordinate dalla Procura perugina guidata da Raffaele Cantone – e dal trasferimento di quelle segnalazioni (di cui si deve ancora accertare la regolarità) alla Procura di Roma (che ha aperto un fascicolo sulla vicenda, senza indagati né ipotesi di reato), irrompe Claudio Lotito. Sempre lui. Ancora lui. Che, tramite il suo avvocato, Gian Michele Gentile, ufficializza di aver presentato – circa un anno fa – due denunce (una in sede penale, l’altra in quella civile) sulla compravendita dell’ippocampo.