Trova in una soffitta tre Bot dal valore, ognuno, di 1 milione di vecchie lire, ma per lo Stato sarebbero ormai scaduti e non avrebbe più diritto ad incassarli. La protagonista della vicenda è una 75enne residente in Puglia e che qualche mese fa, tornando nella casa paterna, situata in un paese dell’Agro Nocerino Sarnese, rovistando in soffitta, ha trovato, nascosti nel doppiofondo di una valigia, tre Bot in perfetto stato di conservazione, fatti a sua insaputa dalla madre, deceduta improvvisamente a soli 42 anni. I Bot, tra interessi legali, rivalutazione e capitalizzazione dalla data di emissione a quella del ritrovamento, infatti, le frutterebbero qualcosa come 680mila euro ma, al momento, questi soldi le sono stati negati.
La 75enne ha così conferito mandato all’Associazione Giustitalia che si occupa, tra le altre cose, su scala nazionale ed internazionale, proprio del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato e di agire al fine del recupero della somma presso la Cassa Depositi e prestiti ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze, obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti esistenti addirittura anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita dal Mef in casi simili, Giustitalia richiama l’articolo 2935 del Codice Civile che statuisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Quindi, nel caso della donna che ha trovato i tre buoni, il giorno di decorrenza della prescrizione, che è decennale, comincerebbe proprio a decorrere dalla data del ritrovamento dei Titoli stessi. E non potrebbe essere diversamente visto che la signora, prima di tale data, ignorava l’esistenza del suo credito e la madre era deceduta prima della scadenza naturale dei buoni. Una vicenda che in Italia vede tanti casi analoghi.
«In circolazione – fa sapere l’associazione romana – ci sono ancora circa 10 milioni di Titoli di Credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc.) non riscossi ed ancora riscuotibili e, purtroppo, c’è molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento».