Avrebbero usato la cocaina perfino come merce di scambio per la compravendita di un’auto, una Smart nuova di zecca. È soltanto uno degli innumerevoli episodi di spaccio di stupefacenti ricostruiti nell’ordinanza di custodia cautelare (lunga 39 pagine) firmata da Sergio Marotta, gip del Tribunale di Vallo della Lucania, su richiesta del pm Antonio Pizzi, ed eseguita all’alba di ieri dai carabinieri della Compagnia di Agropoli (capitano Giuseppe Colella), ausiliati dai militari del Comando provinciale e del Nucleo cinofili di Sarno. Nel carcere vallese sono finiti l’agropolese Maria Castellano (53 anni), il figlio 26enne Michele Carlo Omobono (familiari dell’omonimo boss ergastolano stabiese), il compagno capaccese Filippo Gregorio (51) e Rami Kouki (25), mentre nei confronti dei compaesani Andrea Del Duca (33 anni), Mehdi Hammami (27) e Raien Kouki (19) è scattato il divieto di dimora nel comune cilentano.
Gli altri coinvolti
Gli altri indagati sono la tunisina Cherifa Boughanmi (51), l’agropolese Sami Dridi (22) e l’ebolitano Antonino Iannece (33). Da Agropoli a Castellabate, da Montecorice a Capaccio Paestum, passando per Roccadaspide e Torchiara: stando alla ricostruzione degli investigatori (le attività d’indagine sono state delegate ai carabinieri della Sezione radiomobile del Norm agropolese), gli inquisiti avrebbero messo in piedi una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti alle porte del Cilento. Alla famiglia della Castellano (lei e il figlio sono originari di Castellammare di Stabia) vengono provvisoriamente contestati ben 17 episodi, alla “cellula” originaria della Tunisia almeno 12. Gran parte dei presunti reati ricostruiti dal pm risalgono al periodo che va tra febbraio e giugno del 2023, seppur «con condotta perdurante», si specifica nel provvedimento.