Accusava mal di schiena e forti dolori alle gambe. È con questi sintomi che, giovedì 8 febbraio, di sera, la cavese Ester Turco si è presentata al Pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”: è stata curata (le hanno attaccato delle flebo), refertata e mandata a casa con la diagnosi di lombalgia in acuzie ed iniezioni muscolari d’antidolorifici, mattina e sera, per sei giorni. La donna si sentiva già male da giorni. Sul referto era anche riportato che, in caso di persistenza del dolore, sarebbe stato utile eseguire una risonanza magnetica lombosacrale ed una visita specialistica.
A tre giorni dall’inizio della terapia, però, neppure l’omba d’un miglioramenti per la 54enne. Le sue condizioni peggioravano, al punto che alle 5 di domenica mattina la donna si è ripresentata al Pronto soccorso del nosocomio metelliano, accusando gli stessi dolori ma con maggiore insistenza. «Al Pronto soccorso – racconta il figlio Luca Desiderio – mia madre ha avuto un diverbio con il dottore di turno, il quale asseriva che mia madre non sarebbe dovuta ritornare in ospedale ma attendere che la terapia facesse effetto. E lei è andata via».