Una visita specialistica per far chiarezza sulle condizioni psichiche di Marco Aiello, l’idraulico battipagliese di 40 anni che il 20 settembre scorso uccise la moglie 37enne Maria Rosa Troisi – ed il feto di poco più di tre mesi che portava in grembo, pur non essendo a conoscenza della gravidanza della donna – nel villino unifamiliare in via Gioia, in località Lago, a due passi dal mare. Licia Vivaldi, pm titolare delle indagini delegate ai carabinieri della Sezione operativa (capitano Donato Recchia) del Nucleo operativo e radiomobile (capitano Graziano Maddalena) della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti, l’ha commissionata alla direzione della casa circondariale a Fuorni di Salerno, nella quale il reo confesso (difeso dall’avvocato Giovanni Giuliano) è recluso dal giorno del femminicidio.
Una disposizione che potrebbe non essere di facile attuazione: stando alle prime risultanze, infatti, in carcere non ci sarebbero delle professionalità adeguate a farsi carico d’un onere di questo tipo. Nel frattempo le attività d’indagine proseguono: s’attendono i risultati del lavoro di Luigi Cocozza, esperto d’ingegneria informatica, al quale, nei giorni scorsi, è stata accordata una proroga. Al professionista fu conferito l’incarico d’estrarre copia forense dei tre cellulari rinvenuti nell’abitazione: uno apparteneva all’idraulico, un altro alla vittima mentre resta ancora da appurare a chi fosse riconducibile il terzo.
Intanto i piccoli di famiglia, una bimba di nove anni ed uno di sei, entrambi tutelati dalla curatrice speciale Rosanna Carpentieri e meticolosamente seguiti dalle assistenti sociali del Comune di Battipaglia e dalle psicologhe incaricate dal Tribunale per i minorenni, hanno appreso tutto l’accaduto.