Ustioni di terzo grado. Alì (nome di fantasia), undicenne ebolitano, ne porta i segni ai piedi e sua madre, classe ’76, è sotto inchiesta con la provvisoria accusa d’avergliele procurate: un castigo inflitto a fronte del rifiuto di dedicarsi alle pulizie di casa, questa l’ipotesi avanzata da Mafalda Daria Cioncada, pm titolare delle indagini delegate ai carabinieri della Stazione di Santa Cecilia (maresciallo Fabio Basilisco), coordinati dalla Compagnia di Eboli, agli ordini del capitano Greta Gentili. Investigazioni complicate, perché l’iniziale denuncia sporta a dicembre del 2022 (il ragazzino aveva ancora dieci anni) dal marito della donna è stata successivamente rimessa. La ritrattazione, però, non ha convinto gli inquirenti, che, vista la gravità dei fatti, hanno deciso di procedere d’ufficio.
La Cioncada ha chiesto ed ottenuto un incidente probatorio. E così alle 11 di ieri mattina, in compagnia dell’avvocato Assunta Mutalipassi (che ora assiste l’intera famiglia: l’indagata e gli accusatori tiratisi indietro), il ragazzino s’è presentato nell’aula 322, al terzo piano della palazzina “C” della Cittadella giudiziaria di Salerno. Ad attenderlo, oltre alla Cioncada, c’erano il gip Vincenzo Pellegrino e la psicologa dell’età evolutiva Carla Narni Mancinelli, perito al quale il giudice ha conferito un incarico preciso: assumere la testimonianza d’Alì ed accertare «se possano essere rilevati sintomi e disagi tali da influire sulla capacità di riferire i fatti, se le dichiarazioni fornite appaiano attendibili, se vi sia corrispondenza tra il narrato ed il vissuto e se lo stato psichico sia compatibile con un’ipotesi di maltrattamenti».