La Comunità Montana Bussento, Lambro e Mingardo deve dismettere la propria partecipazione- che è dello 0,0086% – dal Consorzio aeroporto Salerno-Pontecagnano. E, se non lo fa, è tenuta a “illustrare in maniera approfondita, nel prossimo piano di revisione periodica, le ragioni giuridiche, economico – finanziarie che sorreggono, anche in prospettiva futura, la scelta di mantenimento in vita dell’ente e che dissipano l’eventualità di un danno erariale”. Non ha dubbi la Sezione regionale della Corte dei conti (presidente Massimo Gagliardi, referendario Emanuele Scatola, relatore Alessandro De Santis) che nella Camera di consiglio dello scorso 22 gennaio s’è pronunciata in materia di società partecipate da amministrazioni pubbliche. E, nel caso specifico, della quota della Comunità montana nel consorzio aeroportuale. Un parere che, a questo punto, dovrebbe valere anche per gli altri enti pubblici che fanno parte del Consorzio che era proprietario, fino al 2019, dell’aeroporto Costa d’Amalfi, prima della fusione, per incorporazione, con Gesac, la società che gestisce anche l’aeroporto di Napoli Capodichino. Attualmente il Consorzio è divenuta azionista di Gesac spa detenendone il 5% del capitale sociale. All’interno del Consorzio le quote di maggioranza (88,95%) sono detenute dalla Regione Campania.
Criticità economiche
A spingere i magistrati contabili a “consigliare” la Comunità montana Bussento, Lambro e Mingardo di uscire dal Consorzio innanzitutto i dati economici della società che evidenziano una situazione di palese sofferenza. “La società – scrivono i magistrati – ha fatto registrare consistenti perdite di esercizio in ben 4 delle annualità da 2017 a 2021, perdite registrate anche nell’esercizio finanziario 2022. Il fatturato della società è inferiore alla soglia del milione di euro nel corso degli ultimi tre esercizi e, nel piano di revisione periodica delle partecipate redatto dall’Ente è riportato un numero di dipendenti pari a 0, a fronte di ben 5 componenti del consiglio di amministrazione”.