«Ricordati che sei a casa nostra». Il bellizzese Guglielmo Di Martino si sarebbe rivolto così ad un compagno di cella napoletano, ritenuto «difficile da gestire», resosi protagonista di un alterco con un agente della polizia penitenziaria e collocato nella sua stessa stanza proprio per essere tenuto «sotto controllo». Il penitenziario di Salerno era “casa loro”. Dei detenuti della stanza 8 al terzo piano della casa circondariale di Fuorni. Lì era ristretto Di Martino (vicino al clan De Feo, secondo gli organi inquirenti), incontrastato dominus dell’associazione che gestiva il traffico di droga e la vendita di smartphone (prevalentemente iPhone, ma aveva messo le mani perfino sugli Apple Watch) dentro e fuori (prevalentemente a Bellizzi, Montecorvino Pugliano e Battipaglia) dal carcere, avvalendosi della «complicità e connivenza – si legge nel primo dei capi d’imputazione provvisoria formulati dal pm Francesco Rotondo – di ufficiali e sottoufficiali infedeli del reparto di polizia penitenziaria», arrivando a corrompere l’assistente capo coordinatore Francesco Giugliano (arrestato nella sua Battipaglia il 21 dicembre scorso, all’esito d’una rocambolesca fuga) e la compagna nocerina Anna Maria Russo, divenuti “corrieri” – ben pagati – dell’organizzato sodalizio.
Una rete strutturata
Un gruppo sgominato all’alba di ieri, quando i militari del Nucleo di polizia economico-finanzaria (colonnello Claudio Molinari) del Comando provinciale della guardia di finanza (colonnello Oriol De Luca) e gli agenti del Nucleo investigativo centrale della penitenziaria (dirigente Ezio Antonio Giacalone) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Giovanna Pacifico su richiesta del pm della Procura capeggiata da Francesco Borrelli: per nove persone è scattata la custodia cautelare in carcere, per sette gli arresti domiciliari. E sono stati apposti i sigilli al centro estetico “Marrakech”, in via Napoli di Bellizzi, intestato ad Angela Cianci, compagna di Di Martino, e ad una Range Rover intestata alla società della donna. Stando ai fatti oggetto d’indagine (accertati tra agosto 2022 e febbraio 2023, ma con condotte perduranti), all’associazione di Di Martino si sarebbero affiliati, in ambito carcerario, i detenuti Amedeo Avallone di Eboli e Luca Spagnuolo di Scafati, l’assistente capo Giugliano e la compagna Russo. Gli associati che seguivano le direttive – telefoniche – del dominus all’esterno, invece, erano l’amata Cianci, il “cognato” compaesano Maurizio Viscido (Tesi, “ragioniere” del gruppo), la “cassiera” ebolitana Gerarda Paradiso (compagna di Avallone) e i riscossori bellizzesi Angelo Longobardi (Sisma) e Marco Bellosguardo (Orso, alla necessità “picchiatore”).