Solo prestiti dall’imprenditore puteolano Salvatore Musella perché si trovava in un momento di difficoltà, ma nessuna mazzetta. Si è difeso così il sessantenne politico di spicco del Partito democratico, Nicola Oddati, arrestato nell’inchiesta su appalti e tangenti a Pozzuoli. Dei tre interrogatori di ieri mattina al carcere di Poggiorale, a Napoli, quello del politico battipagliese, assistito dall’avvocato Vittorio Giaquinto, è stato l’ultimo. Molte le domande che il gip del tribunale partenopeo ha rivolto ad Oddati: dai soldi trovati in uno zaino dalla polizia a Roma, all’uscita dagli uffici della Regione Campania, dove lavorava l’esponente Dem; ai viaggi dell’imprenditore Musella a casa del politico a Battipaglia; agli interessi per gli appalti non solo al Rione Terra a Pozzuoli, principale asse dell’inchiesta della procura di Napoli, ma anche quelli per i lavori in Calabria e in Puglia.
Parla l’avvocato
«Oddati non era al corrente delle precise attività di Musella pur essendo suo amico, al quale si è rivolto per ricevere solo dei prestiti», ha affermato l’avvocato Giaquinto. Per l’avvocato casertano il suo assistito avrebbe illustrato la sua posizione. Ora bisognerà attendere il parere della procura di Napoli che valuterà se si sia trattato di un reale chiarimento o di una mera difesa, parere che dovrà essere apposto anche sulla richiesta di revoca o di affievolimento della misura cautelare.