Il primo a scendere dalla scaletta della Open Arms è stato un bambino piccolo. A seguire, tra i primi a toccare il suolo italiano, anche una giovane donna incinta e madre di un bimbo di un anno. “Il numero è confermato, sono 60 persone in totale. Ci sono 40 uomini e 2 donne adulti e ci sono 18 minori, tra cui alcuni piccoli”, precisa la viceprefetta vicaria. “C’è una ragazza incinta e dovrebbe essere la mamma del piccolo di un anno”. Quanto alle condizioni di salute, “l’Usmaf – spiega Fico – ci ha confermato che non ci sono grossi problemi di salute e c’è un problema, crediamo, di disidratazione per un bambino che ha circa otto anni”.
L’organizzazione
“La macchina dell’accoglienza è ben rodata”, assicura la viceprefetta, “l’abbiamo organizzata in meno di 24 ore, ma c’è un modello consolidato di organizzazione, qui al porto, all’arrivo della nave. Abbiamo già, con i colleghi delle prefetture campane, fatto il riparto, per cui la maggior parte, soprattutto di adulti, rimarrà qui in Campania; ci sarà, per qualche minore, accoglienza a Brindisi“. A occuparsi dei minori stranieri non accompagnati è il settore Politiche sociali del Comune di Salerno. “I ragazzini che prenderemo in carico noi come settore Politiche sociali”, spiega l’assessora de Roberto,” verranno sistemati tra Salerno e provincia. In particolare, prendiamo in carico anche la mamma con il bimbo di un anno”.
L’emergenza
“Abbiamo avuto qualche difficoltà iniziale nel trovare una sistemazione”, aggiunge l’assessora, “ma per fortuna, ancora questa volta, grazie all’impegno dei collaboratori del settore Politiche sociali, è stato possibile dare loro la migliore accoglienza. Abbiamo previsto anche delle piccole calze per accoglierli al meglio visto che arrivano nel giorno dell’Epifania. Gli sbarchi stanno aumentando. Credo che non sia mai accaduto che, a gennaio, abbiamo avuto uno sbarco”, rileva de Roberto, “per cui i posti letto sono sempre meno, parlo soprattutto per i minori stranieri non accompagnati. C’è bisogno di un supporto, altrimenti non riusciremo a tenere testa a un’accoglienza che rimane, credo, ancora di tutto rispetto”.