«Dove vai p…, torna qua». Parole che la pontecagnanese Mariabarbara Vacchiano, 46 anni, avrebbe strillato contro Marzia Capezzuti, la 29enne milanese poi assassinata, inseguendola per bloccare uno dei tentativi di fuga ricostruiti dal pm Licia Vivaldi nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. «La trascinava con violenza verso casa – scrive il sostituto procuratore – tant’è che Marzia urlava “chiamatemi i carabinieri, chiamatemi i carabinieri”».
Il tentativo di fuga
Se fosse riuscita a scappare, forse la giovane sarebbe ancora viva. Sarebbe scampata al terribile omicidio premeditato che il pubblico ministero contesta alla Vacchiano e al compagno Damiano Noschese, 37 anni (in concorso con il figlio 15enne, già a processo davanti al Tribunale per i minorenni), unitamente ai reati pluriaggravati di maltrattamenti (anche con l’utilizzo di armi, nello specifico le pinze e le tenaglie usate per strappare i denti alla 29enne) contro una convivente con disabilità, di tortura (inasprita dall’intento di causare la morte della giovane, parimenti punibile con l’ergastolo), di sequestro di persona, d’indebito utilizzo di carta di credito e d’occultamento di cadavere.