«Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo“. Lo ha detto Gino Cecchettin, il papà di Giulia, prendendo la parola al funerale della figlia.
All’arrivo del feretro parte un applauso sempre più forte. Le grida, i campanelli e le chiavi scosse verso il cielo hanno commosso Gino Cecchettin che si è stretto in un abbraccio con i figli Elena e Davide, altrettanto commossi davanti alla manifestazione d’affetto che le persone accorse da tutta Italia. All’uscita del feretro dalla chiesa di Santa Giustina a Padova, gli 8 mila presenti alle esequie hanno accolto la richiesta dei familiari di Giulia di fare il minuto di rumore, per non restare indifferenti davanti al femminicidio
Il padre ha poi voluto leggere una poesia del poeta libanese Khalil Gibran: «Credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere»
Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…