Marco Aiello non esercita più la responsabilità genitoriale sui propri figli. Decisione di Giancarla D’Avino, giudice del Tribunale per i minorenni di Salerno, che nella tarda mattinata di ieri ha sciolto la riserva sull’istanza avanzata da Antonella Ciccarella , il sostituto procuratore che aveva richiesto il prevedibile provvedimento ai danni dell’idraulico 40enne di Battipaglia – assistito dagli avvocati Giovanni Giuliano e Pierluigi Spadafora – in carcere a Fuorni dal 20 settembre scorso, il terribile mercoledì in cui uccise la moglie Maria Rosa Troisi, 37 anni.
Affidati ai nonni
Una decisione assai attesa, perché la D’Avino doveva pronunciarsi pure sull’affidamento dei due figli – una bimba di nove anni ed uno di sei – orfani di madre e che difficilmente vedranno il padre lontano dalla sala colloqui d’un carcere. I piccoli, rappresentati dalla curatrice speciale Rosanna Carpentieri – contestualmente nominata tutore –, resteranno con i nonni paterni, ai quali furono provvisoriamente affidati fin dal giorno del femminicidio. Scelta che il giudice ha assunto sulla scorta delle positive valutazioni a firma delle assistenti sociali del Comune di Battipaglia e delle psicologhe incaricate dalla Procura, che negli ultimi due mesi hanno seguito costantemente i bimbi, pronti a tornare a scuola (per tutto questo tempo hanno continuato a seguire le lezioni in Dad). Nel procedimento al Tribunale per i minorenni s’erano costituiti pure i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Norma Marranzini: i due solofrani, 51 e 50 anni, vivono a Londra e non avrebbero potuto farsi carico dei bambini. Il giudice, ovviamente, ha autorizzato i contatti fra i piccoli di Battipaglia e i due zii. Ed ha disposto il prosieguo del supporto psicologico a beneficio dei due bambini.
Proseguono le indagini
Intanto proseguono le attività d’indagine della Procura ordinaria, coordinate dal pm Licia Vivaldi e delegate ai carabinieri della Sezione operativa del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti . Sulla scrivania del sostituto procuratore di Salerno c’è la consulenza tecnica a firma di Luigi Mastrangelo , il medico legale che effettuò l’autopsia sulla salma della Troisi. In quelle pagine ci sono pure gli esiti degli esami istologici sui campioni uterini della donna, capaci di certificare la gravidanza – al terzo mese – portata avanti dalla 37enne quando il marito le ha sferrato i tre fendenti al collo, uno dei quali rivelatosi fatale.
La consapevolezza della gravidanza
Il lavoro investigativo è volto a far chiarezza sulla consapevolezza o meno, da parte dell’uomo, d’uccidere una donna incinta: nel corso dei vari colloqui l’idraulico avrebbe negato d’esserne a conoscenza. E s’indaga pure sull’allontanamento dei figli – erano in casa dei nonni – quando è stato perpetrato il femminicidio: le prime ricostruzioni degli inquirenti escludono la pista della premeditazione, ma lo scenario muterebbe laddove emergesse una volontà dell’indagato – ipotesi allo stato assai remota, ancor di più perché fu Aiello a chiamare i carabinieri, che videro la vittima morire al loro arrivo – di tenere i figli lontani dal villino unifamiliare di via Gioia, in località Lago, teatro del delitto.
Una perizia psichiatrica sull’indagato
Nei prossimi giorni potrebbe essere disposta pure una perizia psichiatrica sull’indagato per valutarne le reali condizioni, soprattutto sulla scorta del tentato suicidio – ricorrendo ai cocci dei sanitari del bagno della sua stessa cella – all’alba del terzo giorno di detenzione, visto che ad ora non c’è una consulenza di parte in tal senso. S’attendono altri elementi utili alle indagini dall’esame dei tre cellulari rinvenuti all’interno dell’abitazione. La Procura aspetta pure l’esito del test del Dna: i campioni salivari dell’indagato – che è reo confesso – sono stati inviati ai carabinieri del Ris di Roma. Gli stessi che, per ulteriori sopralluoghi, un mese fa varcarono la soglia della casa di località Lago, che è stata dissequestrata lo scorso 13 novembre.