Un’agghiacciante storia di maltrattamenti in famiglia, prostituzione minorile, pedopornografia tra Scafati e Pompei, ha portato in carcere tre persone. A finire in manette una coppia scafatese residente a Pompei e un elettricista di Scafati, tutti di età compresa tra i 40 e i 50 anni, per fatti commessi dal 2008 ad oggi. La Procura di Salerno si è mossa con estrema cautela, attendendo la fine degli accertamenti, trattandosi di accuse particolarmente infamanti. Ad indagare sono stati gli investigatori del commissariato di Pompei, sulla base della denuncia della zia dei tre minori della famiglia pompeiana, anche se originaria di Scafati. In realtà le famiglie interessate sono almeno due, con il punto di contatto rappresentato dal terzo indagato, un operaio scafatese. Gli inquirenti hanno trovato fonti di prova per i vari reati contestati ai danni di almeno cinque minori (all’epoca dei fatti), anche se in vicende distinte tra loro, che avevano dai quattro ai 16 anni.
La prima inchiesta
L’indagine costa di due tranche che poi si uniscono nel prosieguo delle attività di verifica da parte della Polizia. La prima è emersa grazie alla zia dei bambini pompeiani, di due dei tre figli della coppia, la prima e l’ultimo, mentre la seconda nata, nel frattempo, era andata a vivere in un’altra regione, nonostante la sua giovane età, a casa del fidanzatino, e lì è seguita dai servizi sociali della città che la ospita: sarebbe l’unica dei tre figli a non aver subito violenze. Secondo l’’ipotesi accusatoria una delle vittime, con problemi fisici, sin da piccolissima, sarebbe stata più volte percossa dal padre. Maltrattamenti portati a termine con particolare violenza, anche mediante l’uso di un ferro da stiro e un mestolo, sottoponendo la minorenne a crudeli pretese punitive. In più sarebbe stata costretta a rimanere in piedi quando faceva la pipì addosso, come forma di ulteriore punizione.
Le storie di prostituzione
Un’altra vittima, anche lei minorenne, sarebbe stata indotta a prostituirsi dalla madre che avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con l’indagato scafatese. Una storia di enorme squallore, dove la madre sarebbe stata fotografata assieme alla figlia minorenne: inequivocabili immagini erano finite nel cellulare del terzo indagato che avrebbe avuto una relazione sentimentale con la donna adulta. In questa tranche, lo scorso anno c’era stato anche un incidente probatorio per accertare la presenza di immagini sui telefoni cellulari e pc in uso ai tre sottoposti ad indagine.
La seconda tranche d’inchiesta
Indagando sulla prima vicenda, gli agenti del vicequestore Antonella Palumbo , con il coordinamento del pm Lucia Vivaldi e del procuratore capo Giuseppe Borrelli della procura di Salerno, si sono focalizzati in particolare sul terzo indagato, che aveva la disponibilità anche di alcune foto dei tre suoi nipoti, in pose ritenute ammiccanti, in compagnia pure di loro familiari, che all’epoca dei fatti avevano quattro, otto e 13 anni ed ora due sono maggiorenni e uno ha quasi raggiunto la maggiore età.
La difesa degli arrestati
Difensori dei genitori arrestati sono l’avvocato Antonio Raiola e del terzo indagato è l’avvocato Giovanni Palumbo. «L’indagini è iniziata tempo fa su denuncia della zia. I miei assistiti hanno sempre respinto le accuse, a partire da quella dei maltrattamenti in famiglia che avrebbero avuto ad oggetto due dei tre figli – ha affermato l’avvocato Raiola – I miei assistiti si sono sempre occupati dei loro figli e hanno ritenuto fortemente influenzata la terza figlia, trasferitasi seppur minorenne, a vivere a casa del fidanzatino, per poi essere affidata a una casa famiglia». L’avvocato Raiola aggiunge: «Il procedimento era iniziato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e atti sessuali compiuti in presenza di un minore di anni quattordici, al fine di farla assistere, avendo trovato sempre la netta smentita da parte di entrambi i genitori». L’avvocato Giovanni Palumbo ha precisato: «Il mio assistito si dichiara estraneo a qualsiasi vicenda contestatagli. Con la madre arrestata dei tre bambini avrebbe avuto solo un rapporto di amicizia e non una relazione sentimentale. Anche le foto dei tre nipoti, risalenti a una decina di anni fa, sono del tutto innocenti, scattate nella piscina privata della casa, alla presenza di altri familiari, dove si scambiano un bacio innocente». E l’avvocato Palumbo precisa: «Il mio assistito non è accusato di maltrattamenti nei confronti di nessuno. È pronto a chiarire ogni aspetto dell’inchiesta».
Revoca patria potestà
Intanto, i tre indagati, venerdì prossimo saranno ascoltati alla presenza dei loro avvocati, nell’interrogatorio di garanzia. Nel frattempo c’è anche un altro procedimento presso il Tribunale per i minorenni con la richiesta di revoca della patria potestà a carico dei due genitori pompeiani.