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Montecorvino Pugliano, capannone a fuoco. Il Pm: una truffa

di Carmine Landi
I vertici di Prologica imputati per il rogo del deposito a Pagliarone: «Mandanti dell’incendio»
Montecorvino Pugliano, capannone a fuoco. Il Pm: una truffa

Capannone a fuoco, per il pm è una truffa. Tre milioni di euro. Valore della polizza assicurativa pattuita dai vertici della “Prologica”, la società che gestiva il deposito merci di Pagliarone di Montecorvino Pugliano, sventrato dalle fiamme tra il 25 ed il 26 marzo del 2021, e la UnipolSai. Perché quell’incendio, commissionato ad ignoti esecutori, sarebbe stato ordito direttamente dall’amministratore di diritto – ritenuto poco più d’un prestanome – e dal patron di fatto («socio occulto», questa la definizione degli inquirenti) della start-up della logistica, costituita appena otto mesi prima, con l’intento d’incassare il cospicuo risarcimento. È la ricostruzione a firma di Ivana Niglio, pm titolare delle indagini

Le richieste

Il pm all’esito di articolate investigazioni delegate ai carabinieri della Sezione operativa (capitano Donato Recchia) del Nucleo operativo e radiomobile (capitano Graziano Maddalena) della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti, ha chiesto a Pietro Indinnimeo, gup del Tribunale di Salerno, di rinviare a giudizio i due imputati. Si tratta d’un imprenditore del ’68, originario di Nocera Superiore ma residente tra Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino, e d’un collaboratore classe ’64, di Nocera Inferiore, rappresentante legale della “Prologica”, assistiti rispettivamente dagli avvocati Mariano Salvio e Annalisa Califano.

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