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Postini in sciopero: raccomandate ferme

di Carmine Landi
L’avviso informale: «Nuova sede ma lavoreranno solo in 12 su 19»
Postini in sciopero: raccomandate ferme

Una telefonata. Un invito a presentarsi alla nuova sede – presumibilmente di un’altra azienda, la “Crc” – alle otto del mattino del giorno dei morti. A lavorare, ma in 12, anziché in 19, lasciando ex abrupto sette dipendenti – chissà quali – a casa. Kafkiani ragioni che hanno indotto i postini e gli impiegati della “Grs” di Battipaglia ad incrociare le braccia. Sciopero ad oltranza: finché le due aziende non convocheranno i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori – formalmente all’oscuro d’ogni cosa – tra Piana del Sele e Picentini (il comprensorio servito dagli addetti s’estende da Pontecagnano Faiano fino a Capaccio Paestum, entroterra incluso) nessuno riceverà più raccomandate, atti giudiziari e affini. Scelta obbligata per i lavoratori della “Grs”, ultima – ma essenziale – ruota di quel mastodontico carro che è il recapito di simili documenti. Servizio che, almeno in Campania, è da tempo prerogativa d’un colosso delle spedizioni: si scrive Nexive, si legge Poste Italiane, l’azienda pubblica (il ministero dell’Economia e la Cassa depositi e prestiti, insieme, sono soci maggioritari) che tra il 2020 ed il 2021 ha acquisito la fu società privata milanese.

Il “taglio” dei dipendenti

Lo sterminato universo di buste e lettere, però, è fatto d’appalti e sub-appalti. Regione che vai, azienda che trovi. E nella terra felix il partner per eccellenza di Nexive è una grossa ditta napoletana: si chiama “Crc”. E lo sterminato territorio che s’estende tra Sapri e Sessa Aurunca, a sua volta, è frammentato in zone, subappaltate ad altri operatori. In via Adige di Battipaglia, per esempio, da anni c’era la sede della “Grs”, la società – 19 dipendenti: due impiegati e 17 postini – che s’occupa del recapito di raccomandate e atti giudiziari tra Piana del Sele e Picentini. Da ieri, però, il quartier generale è in via Brodolini, nel cuore della zona industriale. Non della “Grs”: a giudicare dai cartelli affissi almeno per riservarsi il parcheggio, l’azienda dovrebbe essere la “Crc”, intenzionata, a quanto – informalmente – appreso dai lavoratori, ad internalizzare il servizio. E le risorse finora alla “Grs”. Alcune: solo 12, stando agli annunci – informali pure quelli – della vigilia. Quali? «Forse tirando a sorte», ironizza uno dei presenti. Appuntamento fissato alle 8 del giovedì.

La protesta ad oltranza dei lavoratori

E i lavoratori c’erano, ma per un presidio di protesta. Invece per l’azienda – qualsiasi essa sia – non c’era nessuno. «Noi siamo qui – ha detto Ilaria D’Amato, segretario provinciale Slc Cgil – per dire basta a licenziamenti e riduzioni dei posti di lavoro. Alla “Grs” i dipendenti sono 19, loro hanno fissato una convocazione per 12: in sette sarebbero rimasti senza occupazione». Di qui la via obbligata dello sciopero: «Diciannove sono i lavoratori della “Grs” e 19 rimarranno». Pure perché, soggiunge Salvatore Cicalese , responsabile regionale Slc, «non c’è alcuna riduzione delle attività». Il sindacalista ricostruisce l’accaduto: «Senza incontri sindacali una società che ha in appalto questa commessa ha comunicato all’azienda con la quale collaborava che apriva una nuova sede e che si dovevano presentare presso questa nuova sede. Dei 19, però, se ne dovevano presentare solo in 12». Lo sciopero si protrarrà «finché non ci sarà un incontro con le due società». Tutti attorno ad un tavolo, per questa ed altre questioni. Come i contratti a due e a quattro ore (ci sono giorni in cui le raccomandate complessive oscillano tra 800 e mille) e tante altre criticità: «Sa che usiamo i nostri mezzi?», è la domanda retorica d’un postino. Poi si spiega meglio: «Consegniamo muovendoci con i veicoli personali, pregando Dio affinché non si guastino mai. E il carburante lo mettiamo noi».

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