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Palomonte, uccide e decapita connazionale: ordinato arresto per indiano

L'ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame dopo il diniego del gip. Il sospetto è volato nel suo paese d'origine
Palomonte, uccide e decapita connazionale: ordinato arresto per indiano

Palomonte, sospettato di aver ucciso un connazionale, di averlo sventrato e decapitato: mandato d’arresto per uomo di origini indiane S.D.. La decisione del Tribunale del Riesame di Salerno è arrivata dopo il ricorso della Procura della Repubblica contro il precedente rigetto da parte del gip che riteneva gli indizi raccolti dagli investigatori insufficienti. Nel frattempo l’indagato è volato nel suo paese d’origine.

Il macabro ritrovamento

Le indagini partirono nel febbraio del 2022, dopo che in un campo a Palomonte, nei pressi della provinciale 10/A, furono rinvenuti dei resti umani. La vittima, prima di essere uccisa, era stata brutalmente percossa (numerose erano le fratture riscontrate al setto nasale, alla mandibola, alla tibia destra), quindi sventrata e decapitata. Visto lo stato per cadavere il riconoscimento era stato possibile solo attraverso l’analisi del dna, che ha consentito di identificarlo come Singh Gurinder, bracciante agricolo di origini indiane, regolarmente sul territorio italiano dal 2011, assunto presso un’azienda bufalina della zona dal 2021.

La ricostruzione del crimine efferato

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo era stato brutalmente assassinato da S.D. a seguito di alcuni contrasti personali, molto probabilmente nati nel piccolo prefabbricato nel quale vivevano e messo loro a disposizione dalla datrice di lavoro. Gli investigatori hanno maturato forti sospetti sull’indagato dopo aver trovato tracce di sangue della vittima all’interno della sua vettura, su alcuni suoi indumenti, ed infine all’interno del prefabbricato stesso, che, dopo la scomparsa della vittima, era stato occupato solo da lui.

Il “no” del gip

Tutti questi elementi non erano stati ritenuti gravi indizi di colpevolezza da parte del gip, che, evidenziando lacune nelle investigazioni quali, in particolare, il mancato utilizzo della tecnica del “Bloodstain Pattern Analysis” (ovvero dell’analisi scientifica delle traiettorie degli schizzi di sangue), aveva ritenuto non sufficienti le predette tracce ematiche. Inoltre alcuni testimoni, in fase di indagini difensive, avevano dichiarato di aver notato in vita la vittima in un momento successivo o comunque concomitante la partenza dell’indagato per il suo paese di origine.

Il volo intercontinentale a poche ore dal fatto

Il Tribunale del Riesame però, ritenendo altamente sintomatica la circostanza della partenza dell’indagato per il suo paese d’origine, avvenuta all’improvviso, con biglietto aereo comprato a poche ore dall’orario di partenza e senza registrare alcun bagaglio, ha deciso per l’arresto. Il provvedimento però non potrà essere eseguito, in quanto è ancora impossibile per i legali dell’imputato impugnarlo in Cassazione.

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