ALIMENTAZIONE E SALUTE

Sindrome del colon irritabile: curcuma, zenzero e peperoncino sono un toccasana

Come combattere a tavola la fastidiosa patologia

di Arianna Bruno

Tra le patologie che hanno a che fare con l’intestino, ve ne sono due particolarmente diffuse: la colite ed il colon irritabile, spesso sottovalutate e non identificate correttamente nelle diagnosi. I sintomi di questi due disturbi possono essere alleviati anche solo apportando qualche piccolo accorgimento nell’alimentazione di tutti i giorni. Ne abbiamo discusso con la dottoressa Paola Buoninfante, biologa nutrizionista specializzata in Bioterapia Nutrizionale.

Dottoressa, come si possono individuare questo tipo di disturbi? In che modo si manifestano?

I sintomi possono essere direttamente o indirettamente legati all’intestino. Tra quelli diretti troviamo dolore, gonfiore e spasmi addominali, alitosi, nausea con vomito, senso di sazietà precoce, rumori intestinali. I segnali indiretti possono essere cefalea, stanchezza cronica, sonnolenza o anche forme di ansia e depressione dovute al malessere prolungato. Per avere un quadro chiaro è necessario effettuare una diagnosi approfondita che permetta di capire se i sintomi possono peggiorare dopo l’assunzione di alimenti che contengono lattosio o glutine: alcune forme di intolleranza a quest’ultimo, infatti, possono provocare disturbi intestinali. È importante, inoltre, tenere conto dello stile di vita e delle abitudini alimentari.

Come comportarsi con il cibo? Quali sono gli alimenti da evitare e, invece, quelli da utilizzare più spesso?

Sono sconsigliati gli alimenti in grado di peggiorare la sintomatologia e quelli meteorizzanti, in particolare i vegetali ricchi di cellulosa: carciofi, funghi, topinambur. Lattughe crude e altre verdure a foglia, inoltre, possono rallentare la digestione ed essere causa di processi fermentativi. È opportuno ridurre, inoltre, il consumo di minestre, legumi o brodo, che provocano fermentazione e sono meteorizzanti. Alcune spezie, invece, sono in grado di proteggere dalle patologie gastro-intestinali. Come ad esempio la curcuma, che ha potere antinfiammatorio, lo zenzero, che migliora i processi digestivi, o il peperoncino, che influisce positivamente sulla flora batterica intestinale. Nel caso vi sia assenza di intolleranza al glutine, ad esempio, si può consumare un piatto a base di pasta con elevata digeribilità e con la presenza del peperoncino: sì, quindi, a pasta aglio, olio e peperoncino o pasta all’arrabbiata. Per quanto riguarda le verdure – escluse quelle sopracitate – consiglio la cottura ripassata, trifolata o fritta. Le uniche da proporre lesse sono agretti, fagiolini, borragine, finocchio, zucchina, lattuga e cappuccina. L’impiego della frutta, infine, dipende dalla tollerabilità individuale. In alcuni casi si manifestano acidità gastrica e gonfiori addominali dopo il consumo di alcuni frutti (uva, albicocche, cachi, castagne), mentre in altri può essere mangiata tranquillamente. È importante, in ogni caso, tenere sempre conto dell’individualità, poiché ogni persona è diversa ed ha caratteristiche singole.

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