ALIMENTAZIONE E SALUTE

Mangiar bene… dormire meglio!

I consigli della dottoressa Paola Buoninfante

di Arianna Bruno

Dormire bene per avere uno stile di vita sano: è il consiglio che sentiamo dire ovunque e in ogni occasione da medici e specialisti, i quali tengono a sottolineare l’importanza di un buon riposo al fine di svolgere al meglio le attività della giornata. Un’indagine recente ha stimato che 9 milioni di italiani soffrono d’insonnia cronica e che il 45% della popolazione dichiara di soffrire di insonnia acuta o transitoria. Sono cifre da capogiro, che testimoniano quanto questo disturbo non sia affatto da sottovalutare. Un ruolo fondamentale nella risoluzione di questa problematica è svolto dall’alimentazione: vi sono, infatti, alcuni cibi che facilitano il sonno ed altri che, viceversa, rendono più difficile addormentarsi. Prima di parlare di alimenti, però, è necessario specificare che esistono diversi tipi di insonnia, che si differenziano l’uno dall’altro per caratteristiche e che non vanno confuse tra loro. Abbiamo chiesto chiarimenti in merito all’argomento alla dottoressa Paola Buoninfante, biologa nutrizionista specializzata in Bioterapia Nutrizionale.

Dottoressa, quando si parla di insonnia a cosa ci si riferisce?

L’insonnia è un disturbo caratterizzato dall’incapacità di dormire nonostante l’organismo ne avverta il bisogno. Non tutte le insonnie sono uguali: attualmente si possono raggruppare in quattro categorie.

Quali sono?

La prima è la cosiddetta insonnia iniziale: dipende da uno stato di ipereccitabilità neurologica, con difficoltà ad arrestare il flusso dei pensieri e frequenti contratture dei muscoli scheletrici, in particolare quelli del collo e degli arti. La seconda è l’insonnia mediana, legata ad una cattiva funzione epato-biliare. Si manifesta con bocca asciutta e sete e determina dei risvegli notturni dovuti proprio alla necessità di assumere liquidi indispensabili per l’eliminazione delle scorie tossiche. Il risveglio precoce è un’altra forma: è caratterizzato dall’interruzione del sonno nelle ultime ore della notte e dipende da una disfunzione pancreatica e/o surrenalica. È quella che tende maggiormente a diventare cronica. Infine, vi è il sonno inefficace o superficiale, che determina la spiacevole sensazione di non aver riposato bene, nonostante l’assenza di risvegli notturni. È causata da una disfunzione simultanea del fegato e dell’emuntorio renale. Di solito si manifesta quando si ha difficoltà a mantenere alta la concentrazione al mattino.

Come può essere d’aiuto l’alimentazione?

Nei casi di insonnia iniziale è consigliato consumare a cena dei cibi che contengano principi sedativi. Alcuni esempi: riso al pesto o con lattuga trifolata, pasta al pomodoro e basilico, pasta e patate. A queste pietanze si può anche aggiungere un contorno ricco di magnesio, potassio e calcio: un piatto di valeriana condito con olio, sale e qualche pinolo o delle mandorle. Per quanto concerne l’insonnia mediana, consiglio dei pasti che vadano a stimolare il fegato e che vadano facilitare le sue attività metaboliche fornendo acqua di vegetazione: via libera a patate fritte con insalata mista e frutta; spaghetti con aglio, olio e peperoncini associati a zucchine trifolate e frutta con pinoli e mandorle; pasta all’arrabbiata con un finocchio e una mela cotta. Soluzioni simili sono adeguate anche per il sonno inefficace, per il quale è anche preferibile evitare farine e favorire verdure ad azione diuretica e frutti fluidificanti. Nei casi di risveglio precoce bisogna evitare alimenti ed associazioni che vadano a stimolare l'attività corticosurrenalica e prestare attenzione all'equilibrio glicemico dei pasti, specialmente serali. Evitare frutta, quindi, e preferire invece dei carboidrati accompagnati da una verdura cotta e una cruda: patate al prezzemolo, una porzione di cicoria ripassata e un'insalata iceberg con olio, sale e qualche pinolo.

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