GUSTO
I piatti tipici: un pilastro di ogni viaggio
Ogni territorio ha le sue tipicità, quali le più riconosciute in Italia?
Torna anche quest’anno il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano di Roberta Garibaldi, realizzato sotto l'egida dell'Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Sarà presentato ufficialmente a maggio, ma le anticipazioni fotografano il rapporto tra cibo e turismo.
Quali sono i piatti tipici più conosciuti e ricercati? Vini, carni e salumi, pasta e formaggi sono le categorie più menzionate. Il vino è il prodotto più identificativo per Veneto e Friuli-Venezia Giulia, oltre a figurare tra i primi posti di numerose altre regioni italiane del centro nord.
I salumi primeggiano in Calabria, il Lazio è la regina della pasta, con ben tre specialità in testa: carbonara, amatriciana e cacio e pepe. La Valle d'Aosta è la terra dei formaggi, con fonduta e fontina tra i prodotti più identificativi. L'olio entra in classifica con la Puglia.
Per quanto riguarda, invece, i piatti tipici in vetta alla classifica c’è l'Emilia-Romagna: l'80% degli intervistati è stato in grado di indicare almeno un piatto tipico della regione e il più conosciuto è il tortellino (39%), davanti alla piadina (17%).
In seconda posizione si piazza la Campania (77%), principalmente grazie alla pizza (37%) e alla mozzarella di bufala campana (18%). Medaglia di bronzo per la Sicilia con il 76%: il prodotto più conosciuto è un dolce ovvero il cannolo (23%), a seguire gli arancini/ne (18%).
Quali sono gli altri prodotti più conosciuti, regione per regione? Oltre il 70% del campione sa citare almeno un prodotto della Puglia e in testa ci sono le orecchiette; subito dopo viene la Lombardia, dove a dominare è l'idea del risotto. Al nono posto la Toscana, prevalentemente collegata alla bistecca. Decima posizione per la Sardegna, con il pane carasau davanti a porceddu e pecorino. A chiudere la classifica è il Molise: solo due intervistati su dieci sono in grado di indicare un piatto tipico molisano.
«I prodotti e le specialità enogastronomiche sono potenti strumenti di marketing territoriale in grado di promuovere una destinazione, oltre che essere un elemento chiave attorno cui costruire l'offerta turistica - afferma Roberta Garibaldi - . Dall'indagine emerge un quadro eterogeno, con regioni che possono sfruttare questa riconoscibilità attraverso le proprie tipicità per accrescere l'attrattività come meta enogastronomica. Altre, invece, necessitano di un'azione volta ad accrescere la conoscenza nel grande pubblico di ciò che possono e sanno offrire; spesso si tratta di produzioni e specialità note al pubblico, ma non immediatamente identificabili con il territorio di origine».