LA RICETTA

Fusilli di Felitto al ragù

Il piatto della domenica

Origini controverse e paternità multiple. La pasta è un elemento fondamentale per la gastronomia italiana e, ancor di più, per le innumerevoli specialità regionali e locali.

Quando è fresca è simbolo della cucina rurale che resiste, baluardo di un’epoca in cui le donne si occupavano di dar vita a tutti i tasselli che impreziosivano la tavola.

Sinonimo di festa, di famiglia e di domenica, proprio come il fusillo felittese: lungo, sottile e godereccio, che rientra a pieno titolo tra i piatti tipici della Campania.

Come preparare i fusilli di Felitto

Il segreto sta tutto nel “cinguliare” correttamente. Basta della semola di grano duro che va lavorata con le uova e un poco di sale, ma badate bene a far riposare abbastanza l’impasto (almeno un’ora), pena una pasta senza elasticità.

Se volete cimentarvi nella preparazione dei fusilli felittesi dovete essere in possesso del famoso ferretto. Per ogni chilo di semola di grano duro sono necessarie all’incirca 6-8 uova, a cui va aggiunto un poco di sale ed un poco di acqua. L’olio extravergine di oliva, invece, va utilizzato solo per ungere, di tanto in tanto, le mani e la pasta.

Dopo il riposo realizzate dei tocchetti, ovvero i cingoli, infine con il ferretto (cinguliann cinguliann) otterrete il fusillo. Lungo tra i 25 ed i 30 centimetri, gli toccherà riposare ancora fino a quando il ragù di castrato non sarà pronto per un grande matrimonio.

Ogni anno, proprio nel mese di agosto, è questo piatto ad essere protagonista dell’omonima sagra a Felitto, occasione per poter godere delle passeggiate naturalistiche nei pressi del fiume Calore.