LA RICETTA
Fave e cicorie, la minestra della cucina povera pugliese
Per questo piatto devono essere ridotte in purè
È la stagione delle fave, ma per questo piatto tipico servono secche. Da utilizzare fresche, magari da reperire selvatiche nei campi incolti, sono le cicorielle. In effetti, per questo grande classico della cucina povera pugliese le fave devono essere ridotte in purè e quelle secche consentono di avere un risultato migliore, anche dal punto di vista organolettico. Le quantità sono davvero soggettive, dipendono semplicemente dal gusto personale.
Il procedimento per realizzare fave e cicorie Mettere a bagno le fave 2 o 3 ore prima di passare alla cottura. Portarle poi a bollore con una cipolla ed una patata grande (in proporzione per circa 250 grammi di legumi). Nel frattempo, pulite e lavate la cicoria, avendo cura di togliere le foglie più dure e la base. Sbollentatele per qualche minuto, poi lasciatele sgocciolare bene.
Riprendere le fave e frullare con un minipimer, fino ad ottenere una purea delicata. In una padella riscaldare un poco di olio e lasciar imbiondire l’aglio e, se di gradimento, anche un poco di peperoncino. Ripassare le verdure per insaporirle per bene. A questo punto potete impiattare, adagiare sul fondo la crema di fave e appoggiarvi sopra le verdure saltate. Un ultimo filo d’olio a crudo ed eventualmente ancora un pochino di peperoncino e, volendo, una spolverata di Pecorino grattugiato.