L'ALLARME

Caro spesa? Crollano i consumi di frutta e verdura

Un danno non solo per l’agricoltura, ma anche per la salute

Gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, i quali crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, raggiungendo i minimi da inizio secolo. Analizzando le singole voci a ridursi è per il 17% la quantità di pere, dell’11% le arance e l'uva da tavola, dell'8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell'anno precedente rappresenta un risultato negativo non soltanto per l’agricoltura, ma anche una preoccupazione ulteriore sugli effetti sulla salute dei cittadini.

A sottolinearlo è un’analisi di Coldiretti realizzata sulla base dei dati Cso Italy. Ormai meno del 20% della popolazione consuma frutta e verdura giornalmente, nell’ordine di circa 4 porzioni. È proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità a consigliare, ai fini di una dieta sana, di non scendere sotto la soglia dei 400 grammi tra frutta e verdura a persona nell’arco di una giornata. Le mele continuano a detenere il primato come frutto nazionale più consumato, seguite da arance e clementine. Tra gli ortaggi, invece, primeggiano le patate, i pomodori e le carote.

Nonostante tutto il dato positivo è relativo alla crescita degli acquisti direttamente dal produttore o nei mercati contadini. Il risultato è maggiore genuinità e freschezza, il rispetto della stagionalità e la diminuzione degli spostamenti dei prodotti. L’Italia resta uno dei Paesi in cui la sicurezza alimentare è massima, con leggi e controlli che garantiscono grande qualità.