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Espresso italiano

di Antonella Petitti
Ecco come effettuare una corretta degustazione sensoriale
Espresso italiano

L’espresso è un rito, un modo per fare una pausa, un’occasione per ricaricarsi, quasi sempre in compagnia. In una tazzina di caffè c’è tanto e molto altro. Una storia d’amore che dura da oltre quattro secoli e che ha inizio a Venezia, un tempo nota come la porta d’Oriente.

Da allora il caffè è cambiato, si è adattato alle abitudini alimentari moderne, ma resta una grande passione italiana. Difatti, presto in Italia sono nate eccellenti torrefattori e si sono formati baristi professionali.

Il caffè torrefatto, nel 2023, è stato il quarto prodotto agroalimentare italiano più esportato, con un giro d’affari di 2,259 miliardi di euro (+6,8% rispetto all’anno precedente), pari al 3,5% dell’export agroalimentare, e un volume pari a oltre 285 mila tonnellate, stabile rispetto al 2022, trainato da un quarto trimestre particolarmente positivo che ha registrato una crescita sia in valore (+7,3%) sia in volume.

Un prodotto versatile, molto amato anche per aromatizzare dolci, che è stato declinato con la creazione di tante tipicità regionali.

I caffè tipici in Italia

In Val d’Aosta il caffè è da gustare in compagnia con la caratteristica “grolla”, a Trieste c’è il “nero”, passando per le varianti al rum che si trovano nelle Marche e in Toscana come la moretta fanese e il ponce livornese. Piace anche il caffè freddo leccese, con l’aggiunta di latte di mandorla. Nella tradizione napoletana l’espresso passa per l’iconica caffettiera, ma ha dato vita anche al “caffè sospeso”.

Saranno proprio queste diversità a rendere questa bevanda un orgoglio nazionale: per l’88% degli italiani il caffè è un punto di forza del Made in Italy. Molti altri i valori che si ritrovano all’interno della tazzina: l’essere un momento di condivisione con amici e colleghi (83%), ma anche un piacere della vita (77,3%) e un boost di energia (46%). Nonostante una storia lunga secoli, il caffè continua a trasformarsi grazie alla spinta per l’innovazione tipicamente italiana.

Degustazione sensoriale del caffè

Viene quasi sempre bevuto in corsa, ma ogni caffè meriterebbe più tempo, anche per poterne apprezzare tutte le caratteristiche sensoriali. Quali?

  • Aroma: tante le molecole aromatiche in un caffè, l’importante è distinguere tra quelle positive e quelle negative. Un caffè di qualità può farci sentire il pane tostato, il cioccolato, i fiori e la frutta. Uno con qualche difetto potrebbe ricordarci la paglia, l’erba fresca o l’acqua stagnante.
  • Astringenza: è dovuta alla presenza di sostanze tanniche legnose, ma in un buon caffè non dovrebbe mai essere elevata.
  • Colore: quello perfetto dovrebbe andare dal nocciola al testa di moro, con riflessi rossicci o chiari.
  • Corposità: è un concetto che si riferisce a una sorta di percezione di masticabilità, ma tende a variare anche in base alla varietà e al tipo di preparazione.
  • Gusto e Retrogusto: dei cinque gusti quelli più presenti in un caffè sono l’amaro e l’acido. In bocca, anche fino a 15 minuti dopo averlo bevuto, un buon espresso può lasciare un retrogusto delicato e piacevole. È dovuto agli oli del caffè estratti con il metodo espresso.

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