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Il giro d’affari del “senza”

di Antonella Petitti
La spesa degli intolleranti cresce
Il giro d’affari del “senza”

Da diversi anni tutto il settore del food ha visto crescere l’interesse verso prodotti e cucine che tenessero conto delle intolleranze alimentari. La cucina del senza, salutistica e attenta alle esigenze di pubblici specifici, ha acceso i riflettori su piccole nicchie di mercato che, nel tempo, hanno conquistato sempre più chi sceglie stili alimentari attenti e consapevoli.Un trend davvero in aumento negli ultimi tempi, tanto che a metà dello scorso anno, come riportato dall’Osservatorio Immagino, hanno superato i 4,7 miliardi di euro di giro d’affari.

Secondo i dati GFK Consumer Panel Italia MAT Nov23 i prodotti senza glutine e senza lattosio stanno avendo una crescita davvero importante in Italia. Nello specifico i prodotti senza glutine sono acquistati dal 30,3% delle famiglie italiane, mentre quelli senza lattosio addirittura dal’83,2%.

Soltanto negli ultimi tre anni la spesa media per i prodotti senza lattosio è aumentata del 44%, mentre per quelli senza glutine del 13%. Il claim “senza glutine” è presente con il 10,2% delle referenze del totale food (esclusi acqua e alcolici), con un peso del 9,6% sul giro d’affari complessivo del paniere alimentare rilevato, per un totale di oltre 3,2 miliardi di euro di sell-out.

I prodotti “senza lattosio”, invece, muovono un giro d’affari complessivo di oltre 1,9 miliardi di euro e hanno registrato la performance migliore di questo paniere. Nel 2023 il lactose-free è cresciuto a valore (+16,6%) e a volume (+0,9%), favorito dal contributo positivo della domanda e soprattutto dell’offerta. Numeri che rafforzano la teoria che il consumatore moderno preferisce andare per sottrazione. Il “senza” (a qualsiasi sostanza faccia riferimento) cattura l’attenzione e tende a far pensare che si tratti sempre di un prodotto migliore degli altri.

In ogni caso è bene riflettere, per restare in buona salute è bene mangiare tutto, cercando di prediligere prodotti freschi e, soprattutto, variando il più possibile. Soltanto in caso di specifiche intolleranze o allergie vanno prediletti prodotti specifici, altrimenti non serve affannarsi a scegliere il “senza”.

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