Il segno “meno” sul bilancio d’esercizio al 30 giugno 2023 della Salernitana è forte: passivo da 29,6 milioni di euro. Numeri inequivocabili che incideranno e non poco sulle prossime mosse di Danilo Iervolino, riducendone i margini di manovra. Dopo la perdita di 16,7 milioni di euro con la quale la Bersagliera aveva chiuso il bilancio 2022, ora c’è da fare i conti con un aumento dei costi che allontana ancor di più la società di via Allende dal progetto di sostenibilità che era stato il primo comandamento lanciato dall’imprenditore di Palma Campania sin dal suo insediamento. Dati che stridono con il rendimento sportivo: la stagione del consolidamento, considerata cruciale nelle iniziali proiezioni finanziarie soprattutto in materia di plusvalenze dopo le spese importanti nelle scorse finestre di mercato, si è trasformata invece in quella della mortificazione sportiva. Concetto sottolineato nella lunga relazione della gestione del club dell’ippocampo in cui si legge come “l’iniezione di risorse patrimoniali effettuate da Danilo Iervolino, insieme all’acquisizione di quei calciatori – prima in prestito che maggiormente hanno contribuito alla permanenza in serie A dovrebbero consentire alla società di competere sul fronte sportivo con efficacia per il raggiungimento dei propri obiettivi”. Tutto sconfessato però dal campo in questa prima parte di stagione.
La relazione
“Il valore delle attività è ammontante a 99,3 milioni di euro. Il patrimonio netto a 12,4 milioni di euro e un risultato netto negativo di 29,6 milioni di euro”. Si apre così la relazione sulla gestione del bilancio al 30 giugno 2023 approvato dall’intero Cda che annovera anche la new-entry Alessandro Civitella (proprietario di Civitus, tra i main-sponsor del club) e senza Mario Rosario Miele dopo le dimissioni dello scorso 20 novembre “per motivi personali”. Il paragone con il bilancio precedente è da capogiro: se i ricavi passano da 46 a 56 milioni di euro, i costi operativi al 30 giugno 2022 si aggiravano sui 59 milioni di euro, rispetto agli 88 milioni registrati nell’ultimo bilancio.
I ricavi
L’occhio si sofferma soprattutto sui ricavi. La voce principale è legata ai diritti tv, con un’entrata di 33 milioni di euro, ben 5 in più rispetto al precedente bilancio. Aumentano anche gli incassi dal botteghino, con 8,5 milioni di euro rispetto ai 6,8 registrati al 30 giugno 2022 in un’annata sportiva condizionata anche dalla pandemia da Covid-19. Sponsor e pubblicità fanno fruttare quasi 7 milioni di euro, 1,8 in più rispetto al precedente esercizio. “Appena” 693mila euro dal merchandising.
I costi
Fa rumore invece il volume delle operazioni in uscita. La voce più importante è legata alla gestione dei compensi fra calciatori e tecnici che arriva a toccare quota 61 milioni di euro, rispetto ai 43 milioni di euro registrati al 30 giugno 2022. Sono 44 i milioni di euro per i compensi contrattuali, 7 milioni di euro la quota variabile legata ai risultati sportivi, 5,8 i compensi contrattuali ad allenatori e collaboratori della prima squadra e a seguire le altre voci. Si attesta a quota 5 i milioni di euro le spese corrisposte per i calciatori presi in prestito e legati a premi di valorizzazione.