Probabilmente, per comprendere il momento politico che sta attraversando l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Napoli, si potrebbe prendere a prestito una citazione evangelica: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà”. Perché se fanno spallucce in attesa di capire quale decisione arriverà dall’alto sulle loro teste – e sul loro futuro elettorale -, i consiglieri comunali sono tutti certi che la fine di questa consiliatura è imminente. Il punto, ormai, non è se ma quando e con quali soluzioni tecniche il primo cittadino avvierà l’iter per portare il Comune al (probabile) commissariamento e, quindi a (certe) elezioni anticipate per consentire il ritorno dell’ex governatore Vincenzo De Luca a Palazzo Guerra. Fanno spallucce ma è evidente che la sensazione diffusa è che ormai questa consiliatura sia agli sgoccioli.
Il merito di aprire il vaso di Pandora durante la seduta di ieri del Consiglio comunale e tirare fuori il tema fino ad allora sussurrato tra i corridoi è il presidente della commissione Trasparenza e capogruppo de La Nostra Libertà, Antonio Cammarota. «Per quanto riguarda noi – ribadisce Cammarota – diciamo no alla chiusura anticipata della consiliatura. Se c’è un motivo per sciogliere questo Consiglio, ce lo spieghino. Se esiste una ragione legata alla mala gestio, la consiliatura non può sciogliersi per volontà della maggioranza e di questa amministrazione. Se dovesse essere decisa fine anticipata della consiliatura si abbia il coraggio e si rispetti il dovere morale di spiegare le vere motivazioni ai cittadini, con un’assunzione piena di responsabilità».
Ma se Cammarota pone per primo il problema, il vero segnale della fine di un ciclo arriva dalla raccomandazione del consigliere Fabio Polverino, solitamente uomo-squadra, che usa parole dure che suonano come la spiegazione dell’imminente crisi.
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