“Colla tua grazia, amatissimo Gesù, io correrò dietro a te fino alla fine della corsa, e ciò per sempre, per sempre…“. Parole rivelatrici del destino di una santa, proclamata “patrona degli emigranti“, la cui vita è segnata da viaggi continui per riunire e restituire dignità agli italiani sparsi nelle Americhe. Francesca Saverio Cabrini nasce nel 1850 a Sant’Angelo Lodigiano, in Lombardia, ultima di 13 fratelli in una famiglia contadina caratterizzata da forte spirito religioso e patriottico.
Nel 1889 le viene proposta la direzione di una scuola a New York. Vent’anni dopo Francesca ha aperto più di 60 istituti per le figlie degli emigrati italiani, anche se l’impatto non è facile: “Gli italiani sono trattati come schiavi – scrive in una lettera – bisognerebbe non sentire amore di patria per non sentirsi ferita“.
Gli Stati Uniti le conferiscono la cittadinanza, e il Comitato americano dell’emigrazione italiana la nomina “la più illustre emigrata del secolo“, ma la sua attività continua incessante. Rischiando il naufragio, sbarca in Nicaragua, poi giunge a New Orleans, dove l’intera comunità italiana è malvista e ha bisogno di essere riorganizzata. Poi torna a New York, dove trasforma un ghetto per emigranti in uno dei più importanti istituti medici della città, e infine va a Buenos Aires, dove arriva traversando le Ande a dorso di mulo e fonderà 15 collegi. Morirà a Chicago nel 1917, dopo avere attraversato l’Oceano 24 volte.
