La “generazione Z”, quella dei giovanissimi d’oggi, è da considerarsi la prima, vera, “nativa digitale”. I cellulari – e, di conseguenza, i social – diventano lo specchio dell’anima, i modi con cui fotografare al meglio ogni caratteristica di una persona di quel range d’età. E questo fattore, adesso, viene tenuto in considerazione su ogni aspetto della quotidianità. Anche i più drammatici.
C’è un retroscena dell’inchiesta della Procura per i minori di Salerno (guidata da Angelo Frattini) sulla violenza sessuale di gruppo avvenuta nella notte dello scorso Ferragosto su una spiaggia di una nota località cilentana e che ha visto vittima una ragazzina di 16 anni residente nell’Agro Nocerino Sarnese: le indagini della Squadra Mobile di Salerno, guidata dal vicequestore Elvio Barbati, che ha portato nella giornata di mercoledì all’esecuzione della misura cautelari della messa in comunità per due 17enni residenti nell’Agro, hanno visto un lunghissimo monitoraggio dei profili social dei protagonisti. Un controllo certosino dei vari profili, quello portato avanti dai poliziotti, che ha consentito di far emergere dettagli importanti per chiudere l’indagine.

