La Procura di Bologna ha iscritto nel registro degli indagati 25 persone per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico.
Il GIP del Tribunale di Bologna ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per otto persone: custodia cautelare in carcere per il capo del gruppo, arresti domiciliari per cinque collaboratori e obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri due membri del sodalizio.
Le indagini e la società multiservizi
L’attività investigativa della Seconda sezione della Squadra Mobile e del Commissariato di Imola è partita da una denuncia per truffa del 2022. La società multiservizi coinvolta, formalmente operativa come CAF, aveva sedi a Imola, Massa Lombarda e Ancona, ma le pratiche fraudolente coinvolgevano anche prefetture in città come Bologna, Milano, Salerno e Foggia.
Frode e falsificazione delle pratiche: come operava il gruppo
Secondo gli investigatori, l’associazione sfruttava criticità del Decreto Flussi, inviando più di 500 domande alle prefetture, compresa quella di Salerno, usando documenti falsi o incompleti e il meccanismo di silenzio-assenso. Così, cittadini stranieri provenienti da Marocco, Tunisia, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka ottenevano nulla osta e visti per lavoro stagionale inesistenti, pagando cifre tra 3.000 e 10.000 euro.
Il gruppo criminale e i ruoli dei membri
Il sodalizio era composto da 25 soggetti, tra italiani e stranieri, con ruoli diversi:
- membri della famiglia abruzzese e soci italiani (gestione e coordinamento)
- procacciatori di clienti stranieri
- datori di lavoro fittizi che fornivano documenti falsi
- collaboratori amministrativi e dipendenti delle società
Salerno tra le prefetture coinvolte
Tra le città coinvolte nell’invio massivo delle pratiche false spicca Salerno, dove numerosi cittadini stranieri hanno ottenuto nulla osta e visti senza che i datori di lavoro fossero effettivamente consapevoli delle richieste presentate a loro nome.

