Le relazioni e i contatti di Antonino Maria “Ninni” Sciacchitano, il commercialista di Corleone uomo-chiave delle inchieste che stanno travolgendo la sanità (e la politica) in Sicilia erano “senza confini”. Tanto da arrivare a Salerno. È quanto emerge nelle oltre cento pagine del provvedimento con cui i pm Felice De Benedittis e Andrea Zoppi della Procura di Palermo hanno chiesto misure cautelari per 12 persone e tre società nella terza tranche dell’inchiesta sugli “affari degli appalti” negli ospedali palermitani: fra questi ci sono anche l’avvocato Gaetano Di Giacomo, 67 anni di Salerno, il 50enne paganese Diego Russo (difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore) e l’imprenditore Umberto Michele Maggio, 71 anni, titolare della “Pacifico srl”, società di Pontecagnano Faiano attiva nella fornitura e nel lavaggio industriale di biancheria. Per tutti è stato chiesto l’arresto in carcere e della sospensione dall’esercizio dell’impresa e dagli uffici direttivi delle persone giuridiche per un anno. La decisione, adesso, dovrà essere vagliata dal gip del tribunale palermitano dopo gli interrogatori di garanzia previsti la prossima settimana. Ma, intanto, la richiesta disvela i contatti fra gli indagati e, soprattutto, i rapporti con il commercialista corleonese, l’uomo che ha fatto finire nei guai anche l’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore “Totò” Cuffaro.
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Scandalo sanità in Sicilia: gli accordi coi salernitani su appalti e mazzette in trasferta
di Alessandro Mosca
I viaggi in Campania del commercialista Sciacchitano per definire le gare da “aggiustare”. Incontri a Palermo con Maggio: lo “stupore” per le 500 euro

- Pubblicato il 9 Novembre 2025
- Tags: appalti, inchiesta sanità, mazzette, salerno
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