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Eboli, morte Cicalese: indagine sui trasferimenti

di Francesco Faenza
Per la Procura il centauro non doveva essere trasportato all’ospedale di Napoli: acquisite le comunicazioni del 118
Eboli, morte Cicalese: indagine sui trasferimenti

Non doveva essere trasferito all’Ospedale del Mare di Napoli. È questa la convinzione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania in merito alla morte di Antonio Cicalese, il giovane centauro di 28 anni originario di Eboli, deceduto in seguito a un incidente stradale avvenuto a Capaccio nel luglio del 2024 lungo la Statale 18.

Secondo il pubblico ministero Luigi Spedaliere, la scelta di trasportare il ferito fino a Napoli, anziché in un ospedale più vicino, avrebbe aggravato l’emorragia alla gamba e contribuito in maniera determinante al decesso.

Per questa ragione, nel registro degli indagati non figurano soltanto i conducenti delle due auto coinvolte nello scontro con la moto di Cicalese, ma anche due operatori del 118 che avrebbero preso la decisione di trasferirlo lontano dalla zona dell’incidente.
L’ipotesi di reato è omicidio stradale, aggravato da presunte negligenze nelle fasi di soccorso e nella gestione del paziente politraumatizzato.

Secondo la ricostruzione della Procura, dopo l’impatto Antonio era ancora cosciente, dolorante ma lucido. Presentava una grave ferita alla gamba, con un’evidente emorragia che richiedeva un intervento immediato per bloccare la perdita di sangue.

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