Centoquattordici giorni alla guida del Coni di Salerno non paiono averne scalfito quell’essere “fuori dalle righe” di solito poco simpatico ai giochi del Palazzo di cui ora è parte come massimo rappresentante dello sport. Così, seppur conscio di essere passato dall’attività di base alle Olimpiadi perché il ruolo di delegato provinciale della “madre” di tutte le Federazioni impone di affrontare più partite in diversi campi, il già arbitro e dirigente Renato Del Mastro sembra non avvertire il peso di trovarsi dall’altra parte della barricata. E, forte anche di un passato da schermitore, non indugia nel piazzare con attenzione stoccate per rafforzare un movimento a Salerno e provincia ricco di numeri ma povero di tante altre cose utili a fortificarlo definitivamente nel tempo.
Che anno è questo per lo sport a Salerno e provincia?
Non ci si può lamentare! In questi primi 8 mesi del 2025 tante discipline sportive presenti sul territorio provinciale sono state protagoniste in tornei internazionali e nazionali con atleti che fanno ben sperare per il futuro. Non cito tutti gli sport per evitare di dimenticarne qualcuno, non sarebbe corretto, ma in generale c’è grande fermento.
Trend positivo, ma non riferisca che va tutto bene.
Tutto questo si registra grazie all’incessante impegno di tanti dirigenti e tecnici appassionati, supportati dalle famiglie, a fronte di tanti sacrifici, anche economici, che portano sempre più in alto il nostro territorio. Se ne parla, se ne scrive… insomma si sa ma non noto un supporto decisivo da parte di chi di dovere.
Non dribbli la domanda.
Le famose “sinergie” da costruire fra i vari attori in campo, al momento, non le vedo neanche all’orizzonte. Queste “sinergie” sarebbero decisive per un maggiore sviluppo di tutto il movimento sportivo e tutto questo a vantaggio dell’educazione, della formazione psicofisica e culturale dei nostri giovani. Non ho visto un solo cambio di passo, almeno a quanto mi consta. Se non ci fossero le associazioni sportive, che sono veramente un presidio importante da Scafati a Sapri, il disagio giovanile sarebbe più diffuso. Un atleta, per esempio, per citare il primo aggettivo che mi viene in mente, non è violento non può essere per sua natura violento!