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Giuseppe Borrelli è il nuovo procuratore di Reggio Calabria

Angelo Frattini nominato procuratore per i minorenni di Salerno
Giuseppe Borrelli è il nuovo procuratore di Reggio Calabria

È Giuseppe Borrelli il nuovo procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. A sancire l’importante incarico è stato oggi il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha approvato all’unanimità la proposta avanzata dalla quinta Commissione.

Borrelli prenderà il posto di Giovanni Bombardieri, nominato lo scorso settembre procuratore di Torino.

Una carriera lunga e prestigiosa nella lotta alla criminalità organizzata

Nato a Napoli, 65 anni fa, Borrelli è entrato in magistratura nel 1986. La sua carriera è stata segnata da incarichi in territori particolarmente complessi, sul fronte della criminalità organizzata.

Dopo gli esordi alla guida della Pretura di Aversa e come sostituto presso la pretura circondariale di Napoli, ha ricoperto incarichi di rilievo alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli dal 1995 al 2007.

È stato ispettore del Ministero della Giustizia fino al 2009, anno in cui il Csm lo ha designato procuratore aggiunto a Catanzaro. Successivamente ha svolto lo stesso ruolo a Napoli dal 2014 e, dal 2020, è diventato procuratore della Repubblica di Salerno.

La motivazione del Csm: “Carriera ineguagliabile”

Nella delibera di nomina, il Csm ha sottolineato il valore e la vastità del percorso professionale di Borrelli, definendolo:

Lunghissimo, vasto e ineguagliabile, avuto riguardo alla complessità dei territori in cui ha esercitato le sue funzioni, caratterizzati da una criminalità organizzata endemica.”

La scelta di Borrelli rappresenta un segnale forte nella direzione della continuità e del rigore investigativo nella procura reggina, in un contesto tra i più delicati del Paese.

Angelo Frattini nominato procuratore per i minorenni di Salerno

Durante la stessa seduta, il Plenum del Csm ha approvato all’unanimità anche la nomina di Angelo Frattini alla guida della Procura per i minorenni di Salerno.

Una decisione che conferma l’impegno dell’organo di autogoverno della magistratura nel rafforzare gli uffici giudiziari nei territori più esposti a sfide sociali e criminali, con figure professionali di comprovata esperienza e sensibilità.

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