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Frana a Sarno, no al risarcimento dopo 27 anni

La Cassazione ha negato i soldi ai familiari di una vittima: il termine per agire legalmente era scaduto già nel 2003
Frana a Sarno, no al risarcimento dopo 27 anni

Ventisette anni di attesa, di dolore mai sopito e di battaglie legali. E alla fine, la beffa: nessun risarcimento per i familiari di una delle vittime della frana che nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1998 travolse Sarno, causando la morte di 137 persone. La Corte di Cassazione ha respinto definitivamente la loro richiesta, giudicandola “fuori tempo massimo”.

La vittima, una delle tante che quella notte non riuscirono a salvarsi, fu travolta in via Pedagnali da una colata di fango che, in pochi minuti, rase al suolo case, strade, speranze. La famiglia decise di chiedere giustizia solo molti anni dopo, nel 2015, cercando di ottenere almeno un riconoscimento per la perdita subita. Si rivolse al tribunale chiedendo che venissero riconosciute le responsabilità del Comune di Sarno, dell’allora sindaco, Gerardo Basile, e anche dello Stato, rappresentato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Viminale. In un primo momento, i giudici diedero loro ragione, accertando in parte le colpe e condannando gli enti a un risarcimento. In appello, la condanna venne estesa anche alle amministrazioni centrali. Ma lo Stato non ci stette e ricorse in Cassazione. Ed è qui che tutto si è capovolto: i giudici supremi hanno annullato le sentenze precedenti, stabilendo che la richiesta di risarcimento era arrivata troppo tardi.

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