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I periti: «Aiello può stare in un carcere»

Psichiatri ravvisano vizio parziale di mente ma non è incompatibile con la detenzione: «Socialmente pericoloso»
I periti: «Aiello può stare in un carcere»

È compatibile con la detenzione carceraria e in grado di sostenere un processo penale. Sono queste le principali conclusioni della perizia psichiatrica depositata nei giorni scorsi presso la Corte d’assise di Salerno, presieduta dal giudice Domenico Diograzia, sul conto di Marco Aiello, l’idraulico battipagliese di 41 anni accusato di aver ucciso la moglie Maria Rosa Troisi, 37enne di Solofra, lo scorso 20 settembre 2023.

Secondo quanto riportato nella relazione firmata dallo psichiatra Luca Bartoli e dallo psicoterapeuta Alfonso Scarano, Aiello presenta un vizio parziale di mente, ma ciò non influisce né sulla sua capacità di partecipare attivamente al procedimento giudiziario, né sulla sua permanenza in carcere.

Tre coltellate e una gravidanza spezzata: i fatti

L’episodio che ha scosso profondamente la comunità campana risale all’autunno del 2023. All’interno del loro villino di via Flavio Gioia, a Battipaglia, Marco Aiello sferrò tre coltellate alla moglie, una delle quali risultò fatale, causando anche l’interruzione della gravidanza al quarto mese. All’arrivo dei carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Battipaglia, la donna era ancora agonizzante.

Aiello è attualmente imputato per omicidio volontario e interruzione non consensuale di gravidanza, difeso dall’avvocato Giovanni Giuliano. La pubblica accusa è sostenuta dal PM Licia Vivaldi.

La diagnosi degli esperti: personalità disturbata ma cosciente

Durante le visite condotte in carcere, gli specialisti incaricati hanno definito Aiello come “socialmente pericoloso”, ma mentalmente idoneo alla detenzione. La relazione, che verrà illustrata nel dettaglio nella prossima udienza, avrà un peso rilevante nella determinazione della condanna definitiva, attesa probabilmente entro settembre.

Il processo si sta svolgendo in modalità snella, con l’acquisizione quasi integrale delle testimonianze già raccolte in fase di indagine, rendendo il dibattimento simile a un rito abbreviato, seppure senza i benefici di pena previsti da quest’ultimo.

Opinioni contrapposte sulle condizioni mentali dell’imputato

Non è la prima perizia effettuata sul 41enne. La psichiatra Gabriella Russo, incaricata in precedenza dalla Corte, aveva già evidenziato la lucidità dell’imputato, rilevando come Aiello addossasse la colpa dell’omicidio alla vittima, giustificandosi e deresponsabilizzandosi.

Di parere opposto il consulente della difesa, Alfonso Tramontano, secondo cui l’imputato soffrirebbe di mania di persecuzione e di un disturbo paranoico cronico, condizioni che lo avrebbero reso totalmente incapace di intendere e volere al momento dei fatti.

Infine, il perito di parte nominato dai familiari della vittima, Raffaele De Sio, ha negato qualsiasi compromissione grave della consapevolezza da parte dell’imputato.

In aula, dichiarazioni deliranti e accuse al carcere

Nel corso delle ultime udienze, Aiello ha rilasciato dichiarazioni farneticanti, sostenendo che qualcuno in carcere tentasse di avvelenarlo. Ha parlato di sostanze oleose nel cibo, di odori sospetti in cella e ha chiesto di eseguire analisi tossicologiche.

Le sue affermazioni, tuttavia, non hanno trovato alcun riscontro e vengono valutate, in sede peritale, come parte di un quadro paranoide, pur non invalidante.

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