L’ordinanza è pronta, i fondi sono disponibili ma si dovrà aspettare comunque almeno l’autunno perché tutta piazza Cavour sia liberata mentre potrebbero bastare poche settimane per sgomberare la prima parte, l’area più piccola della piazza che una volta era un parcheggio a pagamento per le auto con una grande aiuola.
Insomma, i passi verso la restituzione ai salernitani di quel pezzo della passeggiata in riva al mare sbarrata da tempo sono lenti ma incessanti. Il vero nodo, infatti, riguarda la parte più ampia della piazza davanti a Palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia di Salerno, con vista mare perché è su quell’area che ha lavorato per mesi il consulente tecnico d’ufficio nominato dal tribunale civile che deve decidere sulla richiesta di risarcimento dei danni avanzati dalla società “Parking Cavour” (alla guida della cordata di costruttori che avrebbero dovuto realizzare il parcheggio interrato con box che non si farà più dopo la rottura dell’accordo con il Comune) nei confronti di Palazzo di Città.
Il Ctu, infatti, ha già fatto sapere per vie informali che i rilievi già effettuati sul cantiere nel corso degli ultimi mesi sono sufficienti e, dunque non sarà necessario chiedere un ulteriore approfondimento: ma la relazione della sua perizia tecnica non è stata ancora depositata e il tecnico avrà tempo per farlo fino a settembre. Ora, quindi, gli uffici di Palazzo Guerra, nonostante il pressing altissimo della parte politica (e le polemiche di tanti cittadini che puntano il dito contro il lungomare “sventrato”), sono dell’avviso di attendere che la perizia venga depositata prima di partire con la rimozione del cantiere e con la riqualificazione dell’intera area. In fin dei conti, anche considerando le procedure necessarie per il ripristino di piazza Cavour, ci sarebbe comunque da attendere del tempo, quindi meglio procedere nella massima trasparenza.
Sul futuro di quell’area, poi, la parola spetterà all’amministrazione comunale che dovrà decidere se riportare piazza Cavour all’origine e quindi rifarla identica a come era, oppure apportare ulteriori cambiamenti.
