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L’inchiesta a Santa Marina: Fortunato, il camping e la strada contestata

di Alessandro Mosca
La storia di due giovani raccontata da una familiare: «No al progetto, l’opera fu bloccata»
L’inchiesta a Santa Marina: Fortunato, il camping e la strada contestata

Chi cercava di allontanarsi o di contrastare Giovanni Fortunato «era ridotto alla fame». È una delle frasi più forti dell’escussione del rivale politico del primo cittadino (sospeso dal prefetto Francesco Esposito) di Santa Marina, finito giovedì agli arresti domiciliari in seguito a un’inchiesta della Procura di Lagonegro (Gianluca Grippo il pm titolare delle indagini) sugli affari per la realizzazione di una struttura turistica nel centro del Golfo di Policastro e su un giro di presunte mazzette. Proprio la denuncia dell’uomo, arrivata nell’estate del 2022, ha portato all’avvio dell’approfondimento investigativo e all’emissione prima degli avvisi di garanzia e poi delle misure cautelari (ai domiciliari è finito anche l’imprenditore di Acerra, Antonio La Montagna, mentre il gip Guerino Francesco Gatto ha respinto la richiesta cautelare per altri due indagati, il progettista agropolese Michele Galardo e un altro imprenditore acerrano, Nicola Tortora). Le tesi dell’uomo hanno trovato riscontri non solo nelle attività investigative e nelle perquisizioni eseguite nel corso del tempo dalla guardia di finanza, ma anche dalle escussioni di altre persone.

Altre persone tirate in ballo

E nell’ordinanza di custodia cautelare, fra le varie vicende sui “contrasti” con Fortunato, c’è una storia che tira in ballo altri componenti dell’amministrazione di Santa Marina. Fra le persone ascoltate a sommarie informazioni, infatti, c’è anche una donna. Una professionista che si presenta alla polizia giudiziaria per due volte, fra novembre e dicembre 2023, raccontando una vicenda che riguarda suoi familiari, due giovani, che avevano ereditato un terreno a Santa Marina e decisero di partecipare a un bando pubblico per la realizzazione di un agricampeggio.

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