Otto anni di reclusione. È la pesantissima pena richiesta dal pubblico ministero per l’ex sindaco Giovanni Santomauro, imputato principale nell’eterno processo scaturito dalla maxi-inchiesta che portò all’arresto, fra gli altri, del primo cittadino in carica: era l’8 maggio del 2013 quando sul Comune di Battipaglia s’abbatté un clamoroso ciclone giudiziario. Dodici anni più tardi, alle idi di maggio del 2025, s’arriva alla requisitoria a carico dei quattro imputati battipagliesi (sindaco compreso) che hanno deciso di rinunciare alla prescrizione e dei due imprenditori casertani ai quali, invece, è contestata l’aggravante camorristica (agevolazione del Clan dei Casalesi).
Il consigliere
Per l’altro esponente politico coinvolto, l’allora assessore ai Lavori pubblici Salvatore Anzalone, oggi consigliere comunale d’opposizione, è stata chiesta l’assoluzione. Istanza di due anni ciascuno, invece, per il dirigente d’antan dell’Ufficio tecnico, l’ingegnere capo Pasquale Angione, ora in pensione, e per il funzionario municipale Fausto Dragonetti. La metà di quanto reclamato per gli imprenditori casertani Nicola Madonna e Attilio Guida, in capo ai quali pende una richiesta di quattro anni di reclusione a testa.
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