Una soluzione innovativa (anche se più costosa rispetto ai progetti originari) con un passaggio trasparente che consente di guardare al di sotto del piano di calpestio; oppure si metteranno in campo tutte le soluzioni che gli archeologi hanno a disposizione per preservare i resti che sono emersi e poi coprirli con la nuova pavimentazione? È questo il dilemma che si pone davanti all’amministrazione comunale e alla Soprintendenza dopo che, nel corso dei lavori di riqualificazione del secondo tratto di Corso Vittorio Emanuele sono emersi, all’altezza della sede della Banca d’Italia, i resti di quello che, probabilmente, doveva essere un mausoleo di età romana.
L’affidamento
Intanto, “per l’ulteriore e necessaria prestazione di assistenza archeologica e reportistica” è stato prorogato l’affidamento (per l’importo di 4.446 euro oltre 978,12 euro per l’Iva) alla Geomed Srl, ditta che era stata già incaricata di effettuare i primi rilievi nell’area di cantiere, considerando la possibilità di una futura variante alla progettazione dell’intervento di restyling di questa parte del salotto della city.
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