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Caso Siano e socialisti, veleni in Consiglio comunale a Salerno

di Eleonora Tedesco
Scontro sull’assegno di ricerca alla consigliera dall’associazione di famiglia: «Rinunci ai soldi». Il Psi se ne va dall’Aula: «Non ci ascoltano»
Caso Siano e socialisti, veleni in Consiglio comunale a Salerno

Il caso dell’assegno di ricerca “in famiglia” vinto dalla consigliera di maggioranza Tea Luigia Siano con la richiesta di rinuncia e la protesta dei consiglieri del gruppo del Psi che hanno lasciato l’Aula in segno di dissenso sono le due mine – una annunciata, l’altra inattesa – che il sindaco Vincenzo Napoli si è trovato a dover disinnescare durante la seduta di ieri del Consiglio comunale. A portare in Aula il caso dell’assegno di ricerca bandito dall’associazione Omnic con l’Università di Salerno e vinto dalla consigliera Siano, figlia del presidente dell’associazione e membro del consiglio d’amministrazione, è stata la consigliera del Movimento 5 Stelle, Claudia Pecoraro, che, dopo le dure dichiarazioni rilasciate sulla questione, ha chiesto al primo cittadino e ai colleghi consiglieri (responsabili della reciproca condotta) di pronunciarsi su un caso che solleva non poche perplessità, quantomeno di opportunità.

L’accusa

«Una vicenda grottesca che quando viene raccontata ai cittadini che prima ridono e poi s’indignano», ha sottolineato la consigliera ricordando che lo statuto di Omnic prevede espressamente che è vietato al presidente e ai soci produrre utili indiretti e che beni o altre utilità non possono essere ripartiti ai parenti fino al terzo grado di parentela. «La consigliera Siano non avrebbe dovuto proprio partecipare al bando. Si pone – aggiunge – un tema molto serio di commistione tra interessi personali, di mancanza di etica politica nella gestione delle risorse pubbliche e di questione morale».

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