«L’istigazione al suicidio, forse, ora la stanno facendo a me. Io sto male, sentirmi accusato è ancora più doloroso». Sono le parole pronunciate trattenendo a fatica le lacrime da Guido Petteruti, il 32enne indagato dalla Procura di Salerno (Alessandro Di Vico il pm titolare del fascicolo) nell’inchiesta sul decesso della madre Carla D’Acunto, 52enne ristoratrice morta martedì pomeriggio all’ospedale “Ruggi” dove era arrivata in gravissime condizioni in seguito a una caduta nel vuoto in un terrapieno a Sala Abbagnano. Il giovane, nel giorno del funerale della madre, ha rotto il silenzio, raccontando la sua versione dei fatti ai microfoni de “La Vita in Diretta”.
Il racconto
Una lunga intervista, andata in onda su Raiuno, in cui ha dettagliato la situazione, confermando quanto emerso nelle indagini – ancora in corso – dei carabinieri della Compagnia di Salerno agli ordini del maggiore Antonio Corvino. «Mia mamma era la mia vita, lei viveva per me: ci amavamo, eravamo praticamente una cosa sola», la premessa del giovane. Che, poi, è entrato subito nel racconto di quanto si è verificato nel pomeriggio di martedì: «Stavamo litigando per i nostri problemi: a me è stato precluso di vedere le mie figlie, lei pure è stata denunciata e non poteva vedere le nipotine. Mi ha detto che non ce la faceva più di questa situazione». Da questo sfogo, poi, la situazione sarebbe degenerata: «In quei momenti, dopo la lite, è scesa dall’auto: ha iniziato a correre e a scappare. L’ho seguita, ho cercato di fermarla. Le ho detto “mamma dove vai? che cosa stai facendo?”. Non mi dice nulla, mi dice solo “non ce la faccio, adesso basta”. Io non ho capito cosa stava succedendo, non mi potevo aspettare tutto questo».
Il dramma
Il 32enne, poi, svela anche altri momenti drammatici: «L’ho vista precipitare nel vuoto dalla ringhiera: non so dire se è caduta o è scivolata, non potevo mai pensare ad un gesto così – riferisce il giovane che, poi, racconta di essersi precipitato nell’area dove è caduta la madre –. Si muoveva, parlava, mi guardava. Diceva ai soccorritori di volersi alzare. Io le dicevo “mamma, alzati, che cosa hai combinato?”. Lei si voleva alzare ma non ce la faceva. Poi sono andato al pronto soccorso ma lei già non c’era più», la drammatica testimonianza.
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