BATTIPAGLIA. «I ragazzi vanno tutelati adesso e non quando si dirà d’una tragedia che si poteva evitare». È scritto in una corposa relazione fotografica sulla terra di nessuno ch’è diventato il cantiere del Centro integrato d’interscambio modale (noto come “Piu Europa”, dal nome della manche di finanziamenti che consentì d’avviare gli interventi in partenariato pubblico-privato), eterna incompiuta battipagliese. Le parole sono un’eloquente didascalia in calce alle immagini di giovanissimi che percorrono il grezzo sovrappasso ferroviario (il “salsiccione”, come fu provocatoriamente ribattezzato da alcuni consiglieri dell’allora opposizione al tempo del varo, Anno Domini 2017) troneggiante sui binari che attraversano la nodale stazione cittadina.
L’ultimo dossier, il terzo in meno di due anni, scaturito dall’ennesima ispezione dei volontari Sospasitalia del Nucleo operativo ambientale (Noa) guidati dal presidente Antonino Petrillo, è stato trasmesso, sulla scorta dei precedenti, alla Procura, alla Prefettura, al Comune, ai carabinieri della locale Compagnia, al Commissariato della polizia di Stato e ai vigili urbani. Nel corredo fotografico, risalente a pochi giorni fa, ci sono le evidenze d’un degrado dilagato a dismisura rispetto alle condizioni d’uno stato d’abbandono già avanzato rilevate nel corso delle ispezioni di gennaio e marzo del 2023. Il sovrappasso che attende d’essere reso funzionale da più di sette anni e mezzo è divenuto una sorta di bivacco: i volontari ci hanno rinvenuto finanche una rete e un materasso. Ciò che doveva essere nuovo perché inutilizzato va già riqualificato: le assi di calpestio della pavimentazione in legno sono state distrutte.
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