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Lungoirno, lo sfregio all’idea di Bohigas

Il sistema di illuminazione progettato dall’archistar è stato completamente vandalizzato. Il “giallo” delle mattonelle
Lungoirno, lo sfregio all’idea di Bohigas

Tradito e demolito: è così che potrebbe essere sintetizzato il destino della Lungoirno, la strada progettata da Oriol Bohigas. Il boulevard che doveva collegare Fratte al mare è un’arteria smozzicata nel senso della viabilità per cui si è costretti a fare giri illogici, con la buona pace dell’idea del collegamento veloce (anzi, così l’imbottigliamento è matematico). Ma, soprattutto, è una strada dimenticata dal punto di vista della manutenzione. Al di là dei problemi agli assetti dei marciapiedi di tutto l’asse viario (probabilmente per l’infausta scelta di specie arboree maestose non compatibili) è tutto il sistema dell’illuminazione che è completamente partito. Nel progetto di Bohigas, infatti, oltre a disegnare dei lampioni dedicati, era stato progettato un ampio disegno d’illuminazione sia dei ponti che del fiume. Lungo tutta la strada che corre dalla Cittadella giudiziaria, invece, erano stati posizionati dei corpi illuminanti all’interno di blocchi con mattonelle in pietra. Ebbene, sono stati vandalizzati praticamente tutti.

In alcuni casi è stato sventrato il sistema elettrico, probabilmente per ricavare ferro e rame. In altri, lo spazio svuotato è stato riempito con monnezza di vario genere. A questo punto, probabilmente, bisognerebbe arrendersi alla vittoria del vandalismo ma almeno cercare di rimediare prima che proprio tutto il blocco venga distrutto, con il relativo aumento dei costi per risistemare tutto. Considerato che non si è stati in grado di conservare i blocchi come sistemi illuminati, tanto vale che siano almeno chiusi per evitare, tra l’altro, che continuino a funzionare come surrogato dei cestini gettacarte. Tra l’altro, parrebbe che tutte le mattonelle che sono avanzate dalla realizzazione della Lungoirno erano state conservate all’interno di un deposito che si trova in via Vinciprova, sotto il cavalcavia all’interno dell’area di sosta di Salerno Mobilità. Si tratta di mattonelle che sono particolari e che sono state acquistate in funzione della Lungoirno. È come quando in casa, dopo aver ristrutturato la cucina, si conservano le piastrelle per eventuali lavori futuri e per non rischiare di non trovarne più di uguali. Esattamente quello che si rischia, invece per la Lungoirno, considerato che le mattonelle che erano state conservate vengo utilizzate per altri interventi con il risultato che il rattoppo è peggio del danno e che per la Lungoirno si rischia di non avere più ricambi e, anche in questo caso, di dover spendere altri fondi pubblici per il rifornimento.

E trattandosi di mattonelle particolari i costi sono già più alti. Al buio e senza manutenzione stradale, la Lungoirno è anche l’esempio della mancanza di gestione del verde pubblico. Al di là delle rotatorie e di qualsiasi aiuola dove prevale il giallo, a creare ancor più anarchia ci hanno pensato cittadini “volenterosi” che hanno pensato bene di piantare delle specie di palme nei “buchi” lasciati dagli alberi estirpati e portati via.

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