La catastrofe ambientale di Persano è di natura dolosa. Gli sparuti dubbi sono stati inequivocabilmente fugati nella mattinata di ieri, quando il sindaco di Serre, Antonio Opramolla, ha parlato chiaro e tondo di plurimi punti d’innesco. Toccherà agli uomini del Nia, il Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, identificare i punti precisi dai quali sono partite le fiamme e l’eventuale utilizzo di liquido propellente, ma entreranno in azione soltanto a operazioni di spegnimento ultimate.
Questione di tempi. Ieri sarebbero dovuti arrivare gli uomini della “Vibeco”, l’impresa di Paderno Dugnano, nel Milanese, per rimuovere le 6mila tonnellate dei rifiuti che erano stati spediti in Tunisia dalla “Sra” di Polla e poi rimpatriati nel Salernitano, al centro d’un vero e proprio intrigo internazionale e di un’inchiesta con molteplici arresti. Lunedì gli uomini della EcoAmbiente avevano consegnato il cantiere ai vertici della società lombarda, vincitrice della partecipata gara regionale, alla quale s’erano presentati altri cinque raggruppamenti d’impresa. Il ribasso del 13,3 per cento rispetto all’importo a base d’asta (1,4 milioni di euro anticipati dalla giunta regionale, che conta di rivalersi attraverso l’escussione della polizza fideiussoria versata dalla “Sra” di Polla, di proprietà dei Palmieri di Battipaglia) aveva portato in dote l’aggiudica alla “Vibeco”, che ieri avrebbe dovuto portare via i rifiuti. Non lo farà mai più: è rimasta solo cenere. Gli incendiari hanno fatto prima degli operai.
Nessuna telecamera. Il tutto in un’area di proprietà dell’Esercito italiano: il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca (che aveva parlato di rimozione entro sei mesi, pure se i rifiuti erano lì da oltre due anni), e il suo vice, Fulvio Bonavitacola, l’avevano scelta proprio perché ritenuta sicura. Il “campo da calcio” (paragone in termini d’estensione) di località Menanova, però, non è tenuto sotto controllo da alcuna telecamera: gli ultimi occhi elettronici installati erano di proprietà della ditta che s’era fatta carico della rimozione delle ecoballe storiche, quelle degli anni dell’emergenza rifiuti. A lavoro finito, naturalmente, se l’è riprese. Circostanze che renderanno assai più arduo il compito degli investigatori.