Il sogno di un lavoro a tempo indeterminato toccato con mano. Prima di una serie di peripezie per quanto vissuto nel suo passato. E, adesso, la fumata bianca: i giudici della terza sezione del Tar Salerno (presidente Pierluigi Russo) hanno accolto i motivi aggiunti del ricorso presentato da uno degli agenti di polizia municipale di Salerno assunti nel settembre del 2021 dopo il “concorsone” della Regione Campania. Il giovane – salvo diverse valutazioni da parte del comandante dei caschi bianchi – può svolgere il suo lavoro dopo essersi visto per ben due volte negare il riconoscimento della qualifica di agente di pubblica sicurezza a causa di alcune “esperienze” vissute nel passato. Per il tribunale amministrativo di largo San Tommaso, però, la sua precedente vita non può influire sulla sua onorabilità. E, dunque, può tranquillamente lavorare nella polizia municipale.
La genesi della vicenda e il primo no
Il giovane ha firmato il contratto come istruttore di vigilanza addetto alla polizia municipale presso il Comune di Salerno il 23 settembre del 2021. Un mese dopo, per lui e gli altri assunti, è stato chiesto alla Prefettura il riconoscimento di agente di pubblica sicurezza. Il 16 novembre arrivò la risposta dagli uffici di piazza Amendola in cui venne evidenziata la presenza di “motivi ostativi” per il ricorrente, con il no al riconoscimento della qualifica: nelle verifiche, infatti, emerse l’esistenza a carico dell’agente della municipale di Salerno di una sentenza di patteggiamento del tribunale di Bologna del marzo 2023 per detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti. Una condanna che, però, non fu segnalata dal giovane nella domanda di partecipazione al concorso: “dimenticanza” che spinse il Comune ad avviare un procedimento disciplinare nei suoi confronti e una segnalazione alla Procura per falsità materiale commessa dal privato mentre l’agente impugnò da subito tutti i provvedimenti al Tar. E il procedimento penale nei suoi confronti si è concluso con un nulla di fatto: già il pubblico ministero, come viene riportato nella sentenza, chiese l’archiviazione nei confronti del giovane, poi accolta dal gip. Secondo quanto evidenziato dal pm, infatti, il vincitore del concorso Ripam non ha mai subito condanne a pene detentive e il suo patteggiamento è arrivato in un periodo precedente alle modifiche di legge che equiparano una “pena concordata” a una pronuncia di condanna. Vista questa decisione, il Comune di Salerno ha deciso d’archiviare il procedimento disciplinare nei confronti del giovane. Con tanto d’annotazione d’elogio da parte del comandante dei caschi bianchi che ha dichiarato la massima affidabilità nell’ambito lavorativo dell’agente.
Il nuovo diniego
Tutto finito? Macché. Nel febbraio del 2023, infatti, dalla Prefettura è stata trasmessa un’altra nota in cui veniva ribadito il diniego del riconoscimento della qualifica d’agente di pubblica sicurezza. In cui, oltre alla sentenza di patteggiamento, sono state allegate anche le segnalazioni di carabinieri di una stazione dell’area Sud della provincia di Salerno in cui viene evidenziata una condotta morale “discutibile” da parte dell’agente: nella relazione, infatti, si raccontano delle segnalazioni per uso di sostanze stupefacenti dell’agente, dell’invasione di un terreno per la partecipazione a un rave party e di un provvedimento di sospensione della patente per guida in stato d’ebrezza. Situazioni che spinsero gli uffici di piazza Amendola a rigettare definitivamente la richiesta, decisione che è stata impugnata nuovamente dall’agente della municipale che ha presentato motivi aggiunti al primo ricorso.
La “riabilitazione” del Tar
E i giudici della terza sezione del tribunale di largo San Tommaso hanno accolto proprio le richieste aggiuntive presentate nell’istanza dell’agente della municipale, annullando il diniego della Prefettura al riconoscimento della qualifica d’agente di pubblica sicurezza del febbraio 2023 e lasciando una discrezionalità decisionale sull’opportunità di far parte del corpo dei caschi bianchi al solo comandante. Analizzando vari casi che hanno fatto giurisprudenza, infatti, il Tar Salerno ha ritenuto che l’agente è destinatario della sola sentenza di patteggiamento, fra l’altro non equiparabile a una condanna perché intervenuta prima della riforma di legge. Per i giudici, inoltre, risultano irrilevanti i rilievi mossi dalla Prefettura dopo le informative arrivate dai carabinieri che non possono incidere negativamente sull’affidabilità del giovane vigile. Che, adesso, vede uno spiraglio dopo la sua lunghissima odissea.