Un nuovo round senza esclusioni di colpi e con qualche momento di tensione. La battaglia legale fra la Salernitana e Boulaye Dia s’infiamma. Nel primo pomeriggio di ieri a Roma è andata in scena la seconda udienza al Collegio Arbitrale, presieduta da Luigi Fumagalli e con arbitri Ferruccio Auletta e Fernando Macrì. Un incontro di circa tre ore che non ha partorito nessuna decisione. Servirà una nuova udienza, non ancora calendarizzata, fondamentale per raccogliere nuovi elementi prima della decisione.
Il braccio di ferro
“Un arbitrato cruento” lo aveva etichettato lo scorso marzo Edoardo Chiacchio, uno dei tre legali che cura gli interessi della Salernitana insieme agli avvocati Salvatore Sica e Francesco Fimmanò. Tutto confermato dalla portata di una partita ancora tutta da giocare e aperta ad ogni colpo di scena. La certezza è il punto di partenza della questione: la Salernitana chiede la decurtazione del 50 per cento dell’ingaggio lordo fino al termine della stagione e un risarcimento danni stimato sui 20 milioni di euro. Dia rispedisce al mittente l’attacco e pensa al contropiede. Anche questo a suon di euro.
L’udienza
Dopo aver ascoltato l’ex direttore sportivo Morgan De Sanctis e il segretario del settore agonistico del club Massimiliano Dibrogni, la Salernitana aveva indicato anche Fabio Liverani come teste. Il tecnico romano è stato ascoltato, con fari puntati sull’elemento chiave della vicenda: il rifiuto di Boulaye Dia di entrare in campo nel finale incandescente di gara con l’Udinese. L’allenatore, dopo aver saltato l’appuntamento nella prima udienza per motivi personali, ha confermato la tesi avanzata del club, sottolineando la volontà del calciatore di non subentrare nei minuti finali della sfida in Friuli. Riflessione confutata sia dai legali del calciatore che dalla punta stessa nelle scorse settimane attraverso un’intervista al quotidiano francese “L’Equipe” prontamente punita con un’ammenda inflittagli dalla società. Presenti in favore di Boulaye Dia i compagni di squadra Lassana Coulibaly e Benoit Costil. Sia il mediano che il portiere hanno ricostruito tutta la vicenda, con l’episodio di Udine vissuto da entrambi in panchina a poche sedute dal numero 10 granata.