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Scafati, «Dammi 1milione o t’incendio il negozio»

di Salvatore De Napoli
Lo stabiese Somma avrebbe preteso rate da 18mila euro al mese per i 250mila dati al commerciante in difficoltà

Tutto sarebbe iniziato da un prestito di 5mila euro al mese fino a giungere ai 100mila e fino a toccare quota 500mila euro. Alla fine, un commerciante di San Marzano sul Sarno si è ritrovato a dover restituire 1,5 milioni di euro. Per questo motivo un 58enne di Castellammare di Stabia ma residente a Scafati, Antonio Somma, è stato arrestato con l’accusa di usura e tentata estorsione. Una vicenda nata per far fronte al prestito di un altro usuraio, di Boscotrecase, con la vittima costretta a rivolgersi allo stabiese per far fronte ai debiti con l’altro “strozzino”.

Somma, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe preteso 500 euro al mese solo come “scomodo”, l’interesse sui 5.000 mila euro prestati. fino andando via via crescendo il suo indebitamento a 10mila, 30mila a100mila euro con rate di 2500 euro per il “fastidio”. E così, di tassi usurai in tassi usurai il debito è arrivato a 250mila euro, con rate mensili di 18mila euro per sette anni, pretendendo quindi una somma complessiva pari a 1.512.000 euro circa. Il commerciante aveva cercato di rimodulare la pretesa debitoria da parte dal creditore e non riuscendo a sostenere il gravoso prestito. Dunque, non era stato più in grado di rispettare i pagamenti. A questo punto era scattata una “penale”: ossia altri soldi da pagare.

Le minacce

Il debito saliva sempre più e così anche il tenore delle minacce che sarebbero state rivolte alla vittima e ai suoi familiari. Nei giorni scorsi, Somma si sarebbe presentato più volte davanti alla sede dell’attività commerciale in attesa dell’uomo di San Marzano sul Sarno. All’ultimo incontro, l’indagato avrebbe minacciato la vittima e sua figlia, arrivando quasi ad aggredire fisicamente quest’ultima. La pretesa era quella dell’immediato pagamento del presunto debito con minacce di gravi e violente ritorsioni con atti lesivi dell’incolumità personale del debitore e di tutta la sua famiglia. Nell’ultima occasione, lo stabiese indagato avrebbe anche prospettato l’incendio dell’attività commerciale del marzanese, imponendo, in caso di mancato pagamento, di portarlo da un notaio per sottoscrivere atti con cui si sarebbe spogliato dei beni di famiglia. Questo sarebbe avvenuto grazie anche alle minacce di atti violenti che sarebbero stati commessi da parte di malviventi operanti in altre zone della regione Campania.

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